Coco Wellington: “Vi racconto la mia quarantena”
Una giornata in casa con il giocatore e la famiglia
“Prego ogni giorno e spero di tornare a giocare: mi manca il pallone”
Da una vita in Italia, da tre anni in nerazzurro e già blindato anche per la quarta stagione con la scuderia della famiglia Barbarossa, il 32enne Coco Wellington aspetta in casa che passi l’emergenza covid-19, con giornate scandite dai ritmi sempre uguali e la speranza di tornare a giocare. “Stiamo tutti bene, fortunatamente – ci dice Coco – . Le giornate? Sono tutte uguali: colazione, un po’ di tv, gioco con la bambina, pranzo, faccio un riposo e poi nel pomeriggio mi alleno. La sera ceniamo, vediamo un po’ di tv e andiamo a dormire”.
Ogni giorno c’è una seduta di lavoro casalinga: “Almeno 45 minuti al giorno. Seguo la scheda che ci ha dato il prof Aiello, ma ogni tanto faccio anche un po’ di crossfit improvvisato assieme a mia moglie. Purtroppo in casa non ho attrezzi per fare esercizi: solo tappetini per lo stretching e fascette elastiche”.
Quanto manca, però, dare calci a quel pallone sul parquet… “E’ normale che mi manchi. Come a tutte le persone che in questo momento non possono fare il proprio lavoro e sono in casa, a noi manca allenarci sul campo con la palla. Stare a casa in questo momento è un dovere, ma ovviamente è stancante e faticoso. Speriamo di tornare presto alla normalità”.
Durante la giornata c’è sempre un momento dedicato alla famiglia: lui, la moglie Jessica e la piccola Bianca salutano i parenti in Brasile grazie alla tecnologia. “Sentiamo ogni giorno le nostre famiglie. Sono molto spaventate perché lì il problema sta arrivando adesso, è sconosciuto per tutti. E poi in Brasile la tv sta terrorizzando la gente…”.
Coco e famiglia dedicano anche del tempo alla preghiera. “In casa, ogni giorno preghiamo, ma non solo adesso che c’è questa situazione. Lo facciamo da sempre. Non si prega solo quando le cose non vanno bene, bisogna farlo sempre, ogni giorno, perché dobbiamo ringraziare il Signore ogni giorno per quello che abbiamo”.
L’Acqua&Sapone Unigross ha consentito ai giocatori di poter trascorrere i giorni dell’emergenza nelle rispettive abitazioni per evitare spostamenti e, quindi, rischi legati al coronavirus. “Qui mi sento sicuro. Faccio quello che ci hanno ordinato di fare: restare a casa. Non ho paura, se si rispettano le regole, si riducono i rischi. Sarò sempre grato a questa società che ci ha dato l’opportunità di restare qui e aspettare sperando che possa riprendere il campionato. Non tutte le società di futsal e non solo hanno questa sensibilità e questa solidità”.
Il presidente Barbarossa si è schierato a favore della ripresa del campionato, se e quando sarà passata l’emergenza e sarà garantita la sicurezza a tutti. “Sono d’accordo con il presidente. Se si riuscisse a ripartire, magari giocando nei palazzetti a porte chiuse, ci sarebbe almeno la possibilità di concludere la stagione e fare tutti al meglio il nostro lavoro. Ora è il momento di aspettare, speriamo che le cose possano migliorare e a maggio vedremo cosa accadrà…”.
Commenti