Facundo Lescano e la sfida a distanza col connazionale (e predecessore) Franco Ferrari
Da un argentino all'altro in riva all'Adriatico
Al gran ballo dei playoff, quando partirà, stavolta il Delfino non arriva in punta di piedi, come un anno fa, ma proporrà comunque un tanghero argentino al centro del suo attacco, che nello spartito musicale proposto da un direttore d'orchestra boemo sembra davvero trovarsi a suo agio. Facundo Lescano è l'uomo della speranza a Pescara, tornato grazie a Zeman uno spietato terminale offensivo che si esalta nel 4-3-3 dopo il periodo da separato in casa nel momento di massima crisi della gestione Colombo, e sogna di far meglio del suo predecessore, anche lui di nazionalità argentina ma nato a Rosario, la città più grande e popolosa della provincia argentina di Santa Fe, e non a Mercedes, località più piccola nella provincia di Buenos Aires. Nella scorsa stagione i pochi sogni biancazzurri poggiavano tutti su Franco Ferrari da Rosario, che chiuse la travagliata stagione del Pescara con 19 reti in 40 partite senza mettere la ciliegina sulla torta di una stagione personale eccellente, con record di gol. Il Delfino di Auteri prima e di Zauri poi fu assoluta comparsa in campionato e nel post season e Ferrari, nel frattempo diventato idolo dell'Adriatico, chiuse la valigia per tornare momentaneamente al Napoli prima di trasferirsi a Vicenza, dove si è confermato bomber di razza. Se il Vicenza farà i playoff è grazie alle sue 19 marcature in campionato ma se entrerà, come il Pescara, direttamente dal primo turno della fase nazionale è grazie alla vittoria della Coppa Italia di categoria, alla quale Ferrari ha partecipato con 5 gol in 4 partite, compresa la decisiva doppietta nella finale di ritorno contro la Juventus Next Gen. I veneti, però, non sembrano avere le stesse ambizioni di un Pescara che punta tantissimo su Lescano, che del connazionale Ferrari è stato il sostituto e dunque successore nell'attacco del Delfino. Quando l'estate scorsa ci fu l'avvicendamento, qualcuno in riva all'Adriatico aveva storto il muso, nonostante Facundo fosse reduce da 3 stagioni concluse in doppia cifra in C (11 gol con la Sicula Leonzio nel 2019-20, 12 in maglia Sambenedettese nel 2020-21 e 10 con l'Entella l'anno scorso). Ma gli scettici si sono dovuti presto ricredere. Lescano sin da inizio anno si è ritagliato il ruolo di protagonista assoluto ed è stato il trascinatore del Pescara nel momento migliore della gestione Colombo, con 8 gol e 5 assist in 17 partite prima di cadere nell'oblio. Accantonato dal tecnico di Cesana Brianza, per più di 2 mesi ha vissuto da spettatore inerme e sembrava ormai prossimo a salutare tutti nel mercato di gennaio. La frattura con l'allenatore sembrava infatti insanabile e tutto faceva pensare all'addio. E invece è rimasto, si è messo a lavorare sodo ed è tornato al gol nel 5-0 interno al Potenza, la partita che aveva illuso di aver archiviato la crisi del Pescara e quindi rinsaldato la panchina di Colombo. E' stata invece una scintilla a spezzare per un solo istante il buio e con il ko di Cerignola c'è stato il ribaltone. E la rinascita di Lescano, che in 9 partite con Zeman ha siglato 10 gol, superando così il suo record personale di marcature da quando gioca in Italia. 4 doppiette e 2 gol decisivi nelle vittorie di misura sulla Gelbison ad Agropoli e sul Monopoli all'Adriatico sono finora lo score personale dell'argentino, capace di realizzare più della metà delle reti totali della gestione Zeman (19), e al tempo stesso sono il prologo all'appendice post season alla quale si accosta come il centravanti più temuto dalle difese avversarie Ma Zeman l'incontentabile chiede - sembra un paradosso - a lui ma anche al “figlioccio” Davide Merola, di segnare ancora di più.. Il prossimo obiettivo? Raggiungere e poi superare quota 20 gol per aiutare il Pescara e i pescaresi a realizzare un sogno…..
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