Una vera squadra ha battuto la somma di tanti singoli...
Festeggia solo il Cesena al triplice fischio, dando un nuovo impulso alla crisi del Delfino che sembra irreversibile
Il Pescara non sa più vincere e continua a perdere all'Adriatico con una regolarità impressionante. Nella partitissima contro la capolista Cesena servivano un successo ed una prestazione importante, non è arrivata nessuna delle due. Al triplice fischio a festeggiare è stata solo la squadra ospite, che con la rete decisiva di Shpendi si è portata a casa l'intera posta in palio e si è tolta, probabilmente a titolo definitivo, una concorrente in ottica prima posto. Per il calcio di inizio, Zeman aveva deciso di riproporre la difesa titolare e di rinviare ancora una volta il debutto da titolare di Franchini, optando per un trio di centrocampo composto da Aloi, Squizzato e Tunjov. In avanti, è stato schierato per la terza gara di fila tra Coppa e campionato Vergani come centravanti, supportato ai lati dall'inamovibile Merola e da Accornero. Di contro, mister Toscano nel suo 3-4-1-2 si è affidato a Saber tra le linee a fare da raccordo tra le punte Shpendi e Corazza ed i mediani Francesconi e De Rose. La sfida a distanza tra le due panchine però è stata vinta dal tecnico più giovane, quello ospite, che ha studiato una strategia chiara per imbrigliare un Pescara che ci ha messo tanto del suo per far fare un figurone ad un cesena che comunque è squadra quadrata e di categoria, con una chiara idea di gioco e tanti buoni giocatori (nessun vero top player) al servizio del collettivo. In tutto si è fatta preferire la squadra ospite, scortata all'Adriatico da 700 tifosi. Il copione della partita è sembrato chiaro sin da subito: aggressione immediata dei bianconeri sui portatori di palla pescaresi per poi riversarsi in avanti, scatenando il trio offensivo supportato a turno da uno dei due esterni e da un mediano. Su un campo non in perfette condizioni e reso pesante dalla pioggia, la squadra di Zeman ha faticato a prendere le misure all'avversario e a provare ad imbastire trame degne di note. Che sono arrivate solo nel tentatico disperato di forcing finale, dettato più da un minimo di orgoglio e dalla forza dei nervi che dell'altro. "La squadra non riesce a replicare in partita quello che proviamo da 4 mesi in allenamento£, ha detto in soldoni Sdengo nel fine partita. E con la capolista (non a caso) del raggruppamento lo si è visto in tutta evidenza. Chi si aspettava una reazione immediata del Pescara alla crisi e allo svantaggio nel primo tempo griffato Shpendi è rimasto deluso, perchè il Cesena, che si è visto anche annullare una rete a Saber, ha continuato con grande personalità e lucidità a gestire il gioco sino all'intervallo. Nella ripresa Zeman ha presentato il suo Delfino con Cuppone per Vergani. Ma sono stati il forte vento e la gestione di personalità del Cesena le costanti anche di inizio secondo tempo, nonostante il Pescara abbia alzato il proprio baricentro ed aumentato l'aggressività. Con intelligenza e sagacia tattica, la squadra di Toscano (poi espulso nel finale) ha avvicinato le proprie linee per non dare profondità agli avversari e con ordine si è difesa per poi ripartire con il nuovo entrato Kargbo come uomo da innescare. E con Varone poi per Saber, il Cesena ha messo un uomo in più in mediana per chiudere ulteriormente gli spazi e gestire meglio il possesso e il contropiede, come al 75' quando il raddoppio è mancato di un nulla. Due minuti dopo Zeman ha deciso di rivoluzionare la squadra ed in un colpo solo ha inserito Masala, Franchini e Cangiano per i deludenti Accornero, Tunjov e Merola. E' stata la scossa per dare il via al forcing finale, che ha portato Pisseri a compiere 2 miracoli per mantenere il vantaggio. E blindare una vittoria che pesa tantissimo.
Commenti