Sostenibilità e patrimonializzazione: avanti così
Il punto
Il conto alla rovescia sta per finire, ma probabilmente non si dovrà attendere la dead line fissata per lunedì per capire quale sarà il futuro del Pescara. Il prossimo weekend è il termine ultimo per consumare l'immediato passaggio di mano tra il presidente Daniele Sebastiani e uno dei gruppi interessati a subentrare, ma con così poco tempo a disposizione per il closing e l'ormai imminente arrivo del 4 giugno - giornata di scadenza delle iscrizioni secondo le Licenze Nazionali - è probabile che a programmare la nuova stagione sia l'attuale management e che i nuovi investitori possano entrare nel club, eventualmente, solo a stagione iniziata. Le trattative vanno avanti, perchè la volontà di Sebastiani è quella di cedere, anche se non tutto il pacchetto di maggioranza, almeno una parte cospicua, ma il tempo stringe e ci dovrà essere un assetto chiaro e definito per iniziare a fare le scelte determinanti per disegnare al meglio il quarto anno consecutivo in C del Delfino. Poi si vedrà se ci saranno altri sviluppi nella stanza dei bottoni, dove per ora non si esclude anche l'ingresso di un socio minoranza (e a brevissimo, forse già oggi, ci sarà un incontro tra Sebastiani e Campitelli per capire se l'ex Teramo possa impegnarsi in un qualcosa in più di una semplice sponsorizzazione). Tuttavia partire con ritardo nel costruire la squadra del 2024-25 è un handicap che non ci si può permettere ed è per questo che non si aspetterà troppo per compiere le scelte più importanti. Il ds Daniele Delli Carri dopo una settimana per ricaricare le pile fisiche e mentali di una lunga, stressante e complicata stagione è pronto a ripartire e la firma sul rinnovo di contratto appare una mera formalità. Nella sostanza sa già cosa fare e quali sono le linee guida da seguire: sostenibilità e patrimonializzazione. Il progetto sarà legato alla valorizzazione dei giovani e non ci saranno spese folli, si cercherà insomma di coniugare l'aspetto tecnico con le esigenze di bilancio ma non per questo non ci saranno ambizioni di essere protagonisti. La prima scelta da compiere è quella del tecnico che prenderà il posto di Emmanuel Cascione, ma non più tardi di 48 ore fa il presidente Sebastiani in televisione negava contatti con chicchessia, aspettando sviluppi in merito alla trattativa sulla cessione della società. Eppure ci si sta guardando intorno, inevitabilmente. Emanuele Troise resta un candidato serio per la panchina, ma ce ne sono anche altri. Mirko Cudini piace, come Enrico Barilari, che però è oggetto della corte pressante del Pontedera rimasto orfano di Max Canzi, e Francesco Baldini, che il Trento vorrebbe tenere ma che tuttavia piace anche all'Inter Primavera. Ma ci sono anche altri profili monitorati, ad esempio Valente del Sudtirol (verosimilmente vicino alla permanenza in Alto Adige). L'avellinese Pazienza, però, resterà in Irpinia mentre Malgrati, ex Lecco, non sembra nella lista biancazzurra. Ieri in ambienti milanesi si parlava di Fabio Caserta come sogno nascosto del Pescara, ma appare poco verosimile che un tecnico che in carriera ha già vinto 2 campionati di C (alla guida di Juve Stabia e Perugia) e che è reduce da una serie B (anche se non felice, essendo stato esonerato a Cosenza) accetti di scendere di categoria senza garanzie di avere in mano una squadra costruita per vincere al primo tentativo e un contratto lungo per potersi poi consolidare in cadetteria. E' il caso del Crotone, che vuole pianificare la stagione del riscatto dopo due anni deludenti. Caserta, Emilio Longo (Picerno) e Valerio Bertotto (Giugliano) sono i tre nomi in lizza per gli Squali di Calabria. Altro nome che circola a Pescara per la panchina del Delfino è quello di Eziolino Capuano. Specialista della categoria, è abituato a lavorare con squadre non di prima fascia dalle quali però riesce sempre a trarre il massimo. O quasi. È nome da non scartare a priori, in una idea di squadra anche giovane e non con velleità di promozione diretta ma di mina vagante del torneo.
HA COLLABORATO MATTEO SBORGIA
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