Ventola: "Giusto ripartire da Zeman. Ecco cosa penso del mio Pescara e di quello attuale"
L'intervista
“Sono sempre stato e sempre resterò un cuore biancazzurro. La delusione per la semifinale non ancora passa, ma bisogna guardare avanti. Ed auguro solo il meglio al Delfino”. A parlare è Christian Ventola, ex calciatore del Pescara che è stato tra i protagonisti delle 2 più recenti e importanti pagine di storia del club, di segno opposto: l'ultima promozione in A e la retrocessione in C (anche se in questa circostanza è stato solo i primi 6 mesi in biancazurro, risultando oltretutto tra i migliori). “Non ero tra i 20mila dell'Adriatico col Foggia, avendo un bimbo piccolo non potevo, ma ho sofferto davanti alla tv. Il Pescara era nettamente più forte, per qualità degli uomini e di calcio espresso, ma ogni volta che si è passati in vantaggio è emersa un po' di paura e un po' di inesperienza nella gestione. Ripartire da Zeman è la scelta giusta, è un grandissimo allenatore ed ha riportato entusiasmo nella piazza. E nell'anno che verrà sono certo che riporterà stabilmente tanta gente sugli spalti come ai bei tempi”. Le grandi manovre stanno per iniziare e tra i partenti ci sono due terzini importanti per la categoria come Cancellotti e il suo vecchio compagno Crescenzi, col quale ha condiviso la cavalcata in A di epoca Oddo. “Sinceramente mi dispiace per Cancellotti, è sempre stato tra i migliori ed ha sempre dato tutto. Se la società ha scelto di non rinnovare avrà i suoi motivi, ma è un peccato. Circa Alessandro dico che avrebbe fatto comodo anche nelle semifinali col Foggia. Un elemento di quel carisma e di quella esperienza, con tanti campionati di B sulle spalle, sarebbe stato utilissimo. Pensate al gol del pari a tempo scaduto, nato da una rimessa laterale. Uno come Ale avrebbe fatto assai comodo”. E proprio da Crescenzi un giovanissimo Ventola ha appreso qualche trucco del mestiere, quando da giovanissimo si è affacciato in prima squadra esordendo da titolare nella vittoria di Avellino che ha griffato con un sontuoso assist. “Sono passati tanti anni, ma mi sembra sia accaduto ieri”, racconta oggi Christian. “La trafila nel settore giovanile e l'esordio in B sono stati i momenti più belli della mia vita calcistica. Ho raggiunto quello che tanti giovani pescaresi sognano, cioè crescere ed esordire con la squadra del proprio cuore. La chiamata di mister Oddo per giocare al Partenio fu l'apice di un percorso partito dagli Allievi e l'assist a Mitrita è stato il coronamento di tutto. In quel gruppo, anche se ero il più piccolo, il mister ed i compagni mi hanno sempre fatto sentire parte della squadra, pure nei festeggiamenti dopo la promozione anche se alla fine giocai solo quella gara quell'anno perchè subito dopo in allenamento mi ruppi la caviglia. Un vero peccato. Ma quel campionato vinto lo sento anche mio e lo porto nel cuore”. Dopo un lungo peregrinare in prestito, Ventola era tornato a Pescara con il suo mentore Oddo nella poi sciagurata annata della retrocessione in Lega Pro. A gennaio fece i bagagli in direzione Arezzo, perchè Breda, una volta subentrato al precedente tecnico, lo accantonò abbastanza inspiegabilmente. Ventola, infatti, era stato tra i migliori della prima e complicatissima parte della stagione. “Fu un anno particolare. Quando mister Oddo mi ha chiamato in causa ho sempre dato il massimo e a detta di tutti, giornalisti e tifosi, ero sempre tra i più positivi. Poi anche se ho continuato a impegnarmi, con il nuovo allenatore non ho trovato più spazio. Potevo anche scalare le montagne, ma preferiva mettere altri giocatori pure fuori ruolo invece di schierare me. E così si è interrotto il mio sogno di giocare per la squadra della mia città. Il resto del mio percorso è noto, forse ho sbagliato anche qualche scelta e sono sceso di più categorie. Alla fine, però, non sono pentito di nulla e non ho rimorsi. L'unico rimpainto è non aver continuato col Delfino come avrei voluto e potuto fare, ma il calcio è così e va accettato per quello che è”. Chiusura su Oddo e su un cammino problematico (eufemismo) per lui nel post prima esperienza di Pescara: perchè secondo Ventola? “A Pescara facevamo un calcio devastante. C'erano elementi come Caprari, Lapadula, Torreira, Mandragora e altri che lo permettevano, è vero, ma si vedeva la sua mano. A Udine era partito benissimo, facendo un grande filotto di risultati, poi ha avuto problemi. Non me lo spiego, se non con la sfortuna perchè Oddo è un tecnico molto bravo e che capisce davvero di calcio. Spero e credo che a breve avrà un rilancio e si prenderà le sue rivincite, perchè lo merita. Gli auguro solo il meglio”.
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