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Al cuore non si comanda

09.09.2014 10:27

La storia moderna di Pescara e Bologna presenta diverse relazioni e riferimenti, e in numerosi campi. Un riscontro viene di primo acchito e parliamo di istruzione. Migliaia i giovani pescaresi che hanno realizzato a Bologna il loro percorso universitario, quando l’Abruzzo era sprovvisto di quest’ordine di studi.  Il calcio, che articoliamo in queste  scritto, non è stato da meno. Nel capoluogo emiliano la squadra biancazzurra ha conosciuto i primi sfavillii della serie A. Alla vigilia di Pescara - Bologna va da sé che un primo  rimando è per i due  vittoriosi spareggi del Pescara al dall’Ara (3 luglio 1977 e 1 luglio 1979). Numerosi i calciatori che hanno indossato entrambe le casacche. Alla rinfusa segnaliamo Giuseppe Rinaldi, Aldo Brandimarte, Bruno Pace, Carlo Vanini, Paolo Cimpiel, Giuseppe Zinetti, e l’ultimo  arrivato in casa biancazzurra Cristian Pasquato, a segno a Terni.  In questa lista abbiamo scelto di menzionare le esperienze più significative della carriera calcistica di Attilio Becchi. Un combattente nato che faceva dell’intensità la sua arma migliore. Volendo fare una similitudine potremmo accostarlo a Rino Gattuso. Mantovano di Motteggiana, il prossimo 22 settembre compirà 77 anni. Dal Suzzara al Bologna il passo è breve. Due le presenze tra i felsinei, a S.Siro con il Milan e a Ferrara con la Spal. Un menisco ribelle lo blocca. Quando ne riacquista la funzionalità passa al Forlì, e da qui al Pescara con Sabatino Di Properzio al vertice della società. In panchina troverà lo slavo Liubo Bencic che lo aveva allenato a Bologna. ”Un allenatore preparato ma intransigente e di poche parole. Dei compagni di quel Pescara conservo un buon ricordo di Ferrari, Lalli, Tuniz, Monaco, Conio e Palestini V. Con questi ultimi due, validi tecnicamente, ci alternavamo per la composizione di una linea mediana di particolare valore. Il mio ultimo anno di permanenza calcistica a Pescara (1962)  coincise con le prime apparizioni di Bruno Pace e del suo straordinario talento”. Da Pescara ad Agrigento, nell’Akragas, che aveva in panchina Manlio Bacigalupo, fratello di Valerio, componente dell’undici del grande Torino scomparso a Superga. Ricorda molto volentieri la sua permanenza in Sicilia, soprattutto per il presidente di manica larga, meno piacevole una partita in trasferta con la Maceratese al termine della quale decise di appendere le scarpette al classico chiodo.  La sua vita prosegue facendogli vieppiù apprezzare la moglie e quattro figli Marco, Antonello, Wilma e Celestina. Più nessun rapporto con il mondo del calcio e un’attività imprenditoriale di successo nel campo della ristorazione, interrotta nel peggiore dei modi. “ Seguo sempre il Pescara, la mia squadra del cuore, e sono rimasto colpito dalla squadra organizzata da Zeman, uno spettacolo unico e irripetibile”.

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