Il 3-5-2? Potrebbe rivelarsi arma utilissima
La settimana appena mandata agli archivi ha visto Marco Baroni sperimentare in allenamento il 3-5-2 per il suo Pescara. Lo schieramento tattico in questione, che di certo non esalta i tifosi poiché memori delle non esaltanti prestazioni del Pescara di Cosmi con questo modulo, potrebbe rivelarsi invece un’arma utilissima. Il tecnico pescarese, che anche a Lanciano nella scorsa stagione era solito cambiare interpreti ed assetto tattico a seconda delle esigenze delle varie sfide affrontate, dello stato di forma dei suoi uomini e delle caratteristiche dell’avversario di turno, vuole una squadra in grado di cambiare fisionomia di giornata in giornata o anche all’interno di uno stesso match. Anche senza dover necessariamente ricorrere alle sostituzioni. L’organico molto ampio e l’eterogeneità dei calciatori a disposizione, infatti, gli consente di sperimentare più moduli. Non solo il 4-3-3 di base o il 3-5-2, ma anche altri (ad esempio il 4-2-3-1). Tornando all’ipotesi 3-5-2, che potrebbe esser vista all’opera specialmente in trasferta quando non ci sarà la necessità di dover condurre la partita, la stessa presenta alcuni punti di forza che non possono essere trascurati. Vediamo quali:
- Il poter sfruttare al meglio le doti di Salamon. Il polacco, che nasce centrocampista, ha buon piede e visione di gioco e, sperimentato in primis difensore da calori in una difesa a tre, con due marcatori di ruolo avrebbe più libertà di poter impostare l’azione. Far partire il possesso palla dalle retrovie, infatti, è una delle caratteristiche del nuovo Pescara che Baroni ha il meglio.
- Equilibrio. Lo schieramento consente di mantenere un buon equilibrio tra i reparti, proponendo una squadra compatta e coperta senza rinunciare alla fase offensiva che si gioverebbe di nuove ed interessanti soluzioni.
- L’assicurare copertura centralmente. Le prime partite della stagione hanno dimostrato che il Pescara va in difficoltà per vie centrali, fondamentalmente per la scarsa protezione della quale godono i due centrali di difesa.
- Far coesistere Lazzari e Bjarnason. Poter disporre di 6 elementi (i tre centrali, i due terzini ed l’uomo schermo in mediana) dediti alla fase difensiva in modo costante può favorire il processo di integrazione e coesistenza del duo Lazzari-Bjarnason. L’aspirazione di Baroni è quella di poter schierare nel tempo contemporaneamente entrambe le mez’zali dalle spiccati caratteristiche offensive nel 4-3-3, ma stante il processo di trasformazione in atto di Lazzari da esterno a mezz’ala, è più semplice far coesistere almeno inizialmente i due nel 3-5-2, dove sarebbero sgravati di troppi compiti in copertura.
- Poter sfruttare meglio le caratteriste dei terzini a disposizione. Nell’organico biancazzurri i quattro terzini presenti (Grillo, Pucino, Zampano e Venuti, quando sarà recuperato) hanno doti di spinta non trascurabili. Con un centrale in più entrambe gli interpreti esterni potrebbero dedicarsi maggiormente alla fase di propulsione.
- La conoscenza del modulo da parte di molti elementi. Molti calciatori conoscono bene il 3-5-2 e potrebbero trovare la loro collocazione tattica migliore (due nomi su tutti: Guana e Salamon, ma non solo)
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