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Zanon: "Pescara la svolta della mia carriera. E ..."

Da Il Messaggero ed. Abruzzo

30.05.2020 01:55

Chiamatelo “mister promozioni”. Damiano Zanon, a 37 anni, non ha ancora smesso di raccogliere successi sui campi di calcio. Lui, che in quattro anni di Pescara ha vinto due campionati leggendari – la Lega Pro nel 2010 e la B nel 2012 – , sta per festeggiare il settimo trionfo di una lunga carriera con L’Aquila, la squadra della sua città, che presto staccherà il biglietto per l’Eccellenza. La storia di Zanon è tutta made in Abruzzo, ad eccezione di una parentesi, anch’essa storica, a Frosinone: due promozioni con il Celano (dall’Eccellenza alla C2 con una finale play-off per la C1 persa), due con il Delfino, una con i ciociari (la prima serie A conquistata dai canarini nel 2015) e altre due proprio con L’Aquila: l’anno scorso dalla Prima categoria alla Promozione e quest’anno – passando da un verdetto a tavolino – in Eccellenza. “Ho vinto tutte le categorie, a parte Seconda e Terza categoria, ma credo che quelle non le giocherò”, scherza Zanon, mentre al suo ristorante in Piazza Duomo, il “Bistrot 26”, cominciano ad arrivare i clienti per il pranzo. “Una passione che ho sempre avuto, quindici anni fa, con mia moglie, ad Avezzano avevamo aperto un locale, quando sono tornato nella mia città ho colto al volo l’occasione per riavvicinarmi”, racconta il difensore aquilano. Qualche giorno fa il suo telefono era bollente… “Abbiamo una chat di squadra e sono arrivati tanti messaggi e tante foto delle vittorie in biancazzurro. Ganci e Togni hanno scritto cose bellissime su quelle grandi annate”, dice il terzino. Otto anni fa l’apice della carriera con Zeman: “Il sogno di una vita che si realizzava. Quella cavalcata resta una pagina memorabile per il calcio abruzzese e non solo. Il ricordo più bello? La serata a Marassi, che certificava la promozione. Nessuno forse se l’aspettava ad inizio stagione, nemmeno lo stesso Zeman. E pensare che, ad un certo punto, dopo la morte di Franco Mancini, temevo di non farcela. Dopo i sei gol rifilati al Padova, però, è iniziata la striscia positiva fino alla vittoria di Genova, e il sogno è diventato realtà”. Tutto comincia con il trionfo del 2010 in Lega Pro: dopo un fallimento, il ritorno in B segna la rinascita del Pescara. E Zanon c’era: “Fu De Cecco a volermi, mi aveva visto nel Celano. La svolta della mia carriera. Sapevo che c’erano i presupposti per costruire qualcosa di grande. La promozione diretta ci sfuggì per poco, ma ai play-off con il Verona fu un trionfo”, ricorda. Sognava di chiudere la carriera in biancazzurro, ma dopo la retrocessione in B del 2013 i programmi cambiarono. “Eppure con il presidente Sebastiani era tutto fatto per il mio rinnovo da mesi”, rivela il laterale destro. “Dopo la retrocessione, però, e dopo quattro anni esaltanti, abbiamo deciso insieme che non sarebbe stato facile ripartire l’anno seguente. Forse un po’ pesarono anche le mie dichiarazioni: ero arrabbiato perché ci contestavano anche quando le cose andavano bene. Ero il vice capitano all’epoca e il mio fu uno sfogo personale. Farci scappare quella salvezza fu un’occasione persa, irripetibile. A fine andata eravamo salvi, potevamo farcela davvero. Ma nel ritorno arrivarono solo due punti. Il mercato invernale è stato decisivo, ma non era colpa della squadra…”. La serie B sta per ripartire, giusto? “Sì, i club di A e B hanno i mezzi per attuare il protocollo. La C e i dilettanti no”. L’Aquila fermata sul più bello in Promozione, ma il salto di categoria sarebbe più che meritato. “Spero che arrivi presto l’ufficialità – chiude Zanon – . L’Eccellenza è già un buon livello per il calcio cittadino, ma vorrei riportarlo almeno in serie D, palcoscenico che L’Aquila merita. Sarò il capitano rossoblù l’anno prossimo? Ho già dato la mia disponibilità, ma i matrimoni si fanno in due…”.

FONTE: IL MESSAGGERO ED. ABRUZZO

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