Ottimo inizio, ma il cammino per riportare la chiesa al centro del villaggio è ancora lungo...
Portare a casa punti non del tutto meritati, però, aiuta a far crescere fiducia ed autostima
Respirare l'aria d'alta classifica fa bene, è inebriante e crea entusiasmo. Il Pescara, che battendo il Sestri Levante a Carrara nell'infrasettimanale si è regalato la prima notte da capolista della stagione, non teme di soffrire di vertigini, anche se poi queste, come cantava Jovanotti, non esprimono in realtà la paura di cadere ma la voglia di volare. Ed un gruppo giovane come quello plasmato da Delli Carri e guidato da Zeman aveva bisogno di un avvio così, al netto di un gioco che non è continuo nell'arco dei novanta minuti e, più in generale, non è ancora di chiara matrice zemaniana. O meglio, lo è ma solo a tratti. Dieci punti in cascina in 4 partite sono uno score di tutto rispetto, che a bocce ferme chiunque avrebbe sottoscritto senza chiedere di più: questo Pescara ha certamente approcciato meglio del preventivato la stagione e sembra ben più maturo di quanto la carta d'identità della rosa non dica, ma la cosa che più colpisce è che ha ancora ampi margini di miglioramento tecnici, tattici e fisici, come è naturale che sia per una squadra che ha mantenuto ben pochi elementi dello scorso anno ed è composta da tanti, tantissimi under. Eppure, abbastanza a sorpresa, i primi 360 minuti dell'anno hanno palesato una caratteristica del gruppo che in pochi sospettavano Pierno e soci possedessero già: la capacità di soffrire, che in genere presuppone malizia ed esperienza. Eppure, tolta la gara di debutto contro la Juventus NG, condotta in porto abbastanza agevolmente, il Pescara ha dimostrato di saper stringere i denti e tirare fuori la sciabola, adattandosi ad una partita sporca, magari sbandando ma senza mai perdere la bussola o andare alla deriva. E' stato così con il Perugia, anche se poi è arrivato il pari, è stato così con l'Arezzo, dove si poteva pagare il contraccolpo psicologico di aver subìto una rimonta di due gol, ed è stato così anche col Sestri, che ha cercato di far valere la propria fisicità e la capacità di sfruttare le palle inattive (i veri talloni d'Achille del Delfino). E portare a casa punti non del tutto meritati aiuta a far crescere fiducia ed autostima. Quelli presi a Carrara, schierando quasi tutte seconde linee (con un 2003 al debutto assoluto e quattro 2004 dal 1'), ad esempio, servono anche a cementare il gruppo. E' chiaro che adesso si dovrà andare a togliere quei difetti che questa squadra ha, perchè ovviamente non sono state tutte rose e fiori. Il primo? La tendenza a diventare troppo passivi una volta andati in vantaggio. Mister Zeman ha sottolineato questo aspetto in ogni post partita, la preoccupazione è che sia un difetto di fabbrica e non un qualcosa che si potrà andare a togliere con il tempo. Ma è presto per dare giudizi. Siamo ancora agli inizi, il cammino per riportare la chiesa al centro del villaggio è ancora lungo, ma intanto la giovane truppa di Sdengo si gode l'imbattibilità di queste prime 4 giornate ed avrà adesso 11 giorni senza gare per crescere e migliorare, anche dal punto di vista atletico come sottolineato dallo stesso Sdengo in quel di Carrara. Complice il rinvio del derby, la squadra lavorerà fino a sabato, poi staccherà la spina fino a mercoledì pomeriggio al fine di ricaricare le pile fisiche e mentali in vista di un ottobre da 8 partite ufficiali.
FOTO PESCARA CALCIO
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