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CI MANCANO

05.12.2014 08:35
Ricordate “I tre moschettieri”, un romanzo che ancora oggi piace per quella miscela di vicende romanzate, avventure, duelli e burle dei protagonisti. Alzi la mano chi non ha operato, o ha pensato a una similitudine tra loro, “uno per tutti, tutti per uno”, e Ciro Immobile, Lorenzo Insigne, e Marco Verratti, fedeli discepoli di Zdenek Zeman come i moschettieri erano indomiti difensori di Luigi XIII. Dopo la straordinaria avventura pescarese, le strade dei tre ex biancazzurri si sono divise.  Due di loro, Verratti e Immobile, sono sotto contratto con club stranieri, mentre Insigne e tornato nel “suo” Napoli. Ogni circostanza o avvenimento, comunque, è buono per una rimpatriata. E in questi tempi però capita che siano tutti contemporaneamente alle prese con un momento poco felice della loro carriera. Ha iniziato Insigne che lo scorso  9 novembre, nel corso della gara di campionato contro la Fiorentina, rimediò la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Dopo l’intervento è stato pronosticato che per lui l’attuale stagione si è chiusa con largo anticipo. Da diversi giorni uno stato d’inabilità ha colpito anche Verratti.  Uno stop di tre settimane dovuto a un problema agli adduttori. A sentire l’allenatore del Paris Saint Germain, Lorant Blanc, Verratti avrebbe recuperato la migliore condizione e potrebbe tornare abile e arruolato. L’assenza dai campi di gioco di Immobile è dovuta a una scelta dell’allenatore.  Il 24enne napoletano era stato indicato personalmente da Jurgen Klopp, e la società vi aveva investito 20 milioni. L’ex capocannoniere della serie A pare aver ormai perso la fiducia del tecnico ed è uscito dalla formazione base dei gialloneri in Bundesliga, con appena 14’ minuti accumulati nelle ultime 5 gare di campionato. Per lui c’è spazio solo in Champions, dove il Borussia ha fatto bene, avendo già strappato il pass per gli ottavi. Klopp non è un tipo molto diplomatico e il rischio è che il rapporto tra i due possa incrinarsi definitivamente. In particolare l’attaccante italiano è accusato di non saper fare gioco per la squadra. I più importanti media tedeschi lo descrivono lento e incapace di capire le varie situazioni che si vengono a creare. In sostanza è diventato il capro espiatorio dei problemi di una società, grande sorpresa della Champions League 2012-13, con la finale guadagnata e poi persa contro i rivali del Bayern Monaco. Non per tutti i “nostri” le cose vanno male.   In questo periodo della stagione calcistica, la stampa inglese si è soffermata sulle prestazioni di Mirco Antenucci, che dalla Ternana si è legato per due stagioni con il Leeds United, uno dei più blasonati club inglesi, nel cui palmarès figurano tre campionati (1968–69, 1973–74, 1991–92), due Coppe delle Fiere (1968, 1971) e una finale di Coppa dei Campioni.   Il Leeds è stata per otto stagioni la squadra del gigante gallese John Charles che, in seguito, in coppia con Omar Sivori, fece le fortune della Juventus, contribuendo con 93 gol in 155 partite alla conquista di tre scudetti.  Il passaggio di Antenucci al Leeds è stato fortemente voluto da Massimo Cellino che, dopo aver mollato il Cagliari, ha acquisito la proprietà del sodalizio inglese.   Antenucci è stato raggiunto in seguito anche da Del Fabro, il difensore cagliaritano ceduto in prestito dalla società isolana al Pescara con cui debuttò il 17 agosto nel secondo turno di Coppa Italia contro il Renate. Il 31 agosto, nella stessa sessione di mercato, fu ufficializzato il suo trasferimento al Leeds. Antenucci, trentenne molisano, è cresciuto calcisticamente nel Giulianova di Giorgini che lo fece esordire in C1. Ha girovagato in numerosi sodalizi della serie B, distinguendosi per le qualità realizzatrici.  Militando nel Catania di Zenga, non ha avuto modo di esprimersi al meglio nella massima serie. Il 19 febbraio 2011 contribuì con un gol, il suo primo con i granata, alla vittoria per 3-1 del Torino sul Pescara.  Le stagioni migliori che si ricorda del termolese sono quelle con l’Ascoli (24 reti) e Ternana (19 reti). L’1 marzo 2014 il gol del pareggio in trasferta della Ternana con lo Spezia - una rovesciata nell’angolo alla destra del portiere, al 47’ del 2° tempo - fu dichiarato il più bello della stagione. Nel risultato finale, 2-2, già aveva avuto modo di incidere, procurandosi il rigore e trasformandolo, per il primo pareggio delle fere. Il passaggio al Leeds è stato fortemente osteggiato dalla tifoseria ternana, che lo aveva eletto suo emblema, oltre che accettato con difficoltà dall’allenatore Tesser.  In Inghilterra è stato bravo ad ambientarsi, agevolato dalla presenza in società, a vario titolo, di numerosi italiani. L’ultimo turno di campionato è stato per lui quanto di meglio si sarebbe potuto aspettare. All’Elland Road, gremito in ogni ordine di posti, era di scena la capolista Derby Count, e per il Leeds era importante non perdere alfine di non pregiudicare ulteriormente la posizione alquanto deficitaria.  L’esito è stato quanto di meglio fosse lecito attendersi. Per la società, che ha compiuto un bel salto in avanti in classifica, e per lui autore di una doppietta (sette reti complessivamente) e votato come migliore in campo.

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