Talenti biancazzurri in rampa di lancio: Matteo Di Giacomo
L'oro del domani è bel vivaio. Il serbatoio biancazzurro è pronto a sfornare altri talenti. E tra i ragazzi di mister Iervese c'è un baby centrocampista che sembra avere tutte le carte in regola per poter coltivare il suo sogno, quello di diventare un calciatore professionista. Stiamo parlando di Matteo Di Giacomo, uno degli elementi più interessanti tra i 1999 della Regione. "Canterano" bincazzurro doc, ha indossato la casacca del Pescara a 6 anni e da allora non l'ha più tolta. Mezz'ala tecnica, ottima visione di gioco e capacità di verticalizzazione inusuale per un ragazzo della sua età, Di Giacomo si ispira ad un "mostro sacro" del ruolo, Claudio Marchisio, ed ad una nuova leva che già sta calamitando le attenzione delle big d'Europa, Piotr Zieliński. Ma se Marchisio nasce mezz'ala per poi diventare play, per Matteo il percorso è stato inverso. Da centrale a mezz'ala, con una esperienza da terzino nei Giovanissimi Regionali di mister Lambertini. Il suo piede di calcio? Il sinistro. Ma lavora - e tanto - per migliorare il piede debole, con allenamenti specifici. E per crescere anche fisicamente, dote sempre più importante nel calcio moderno. La serietà e la dedizione di questo baby talento sul terreno di gioco è la medesima che mette sui banchi di scuola. Non è facile coniugare sport agonistico e libri, ma con grande impegno Di Giacomo porta avanti con buon profitto entrambi gli impegni (frequenta l'Itis Volta). Di certo ne risulta penalizzato il tempo libero, ma un sogno che vale la pena cullare non è mai un sogno sprecato. Come dice il ritornello di una vecchia canzone straniera. E nel suo percorso ha un alleato fondamentale, la famiglia, che lo sostiene sin dalla tenera età. In particolare, il fratello maggiore Mario lo sprona e lo pungola a dare sempre il massimo ed il meglio delle sue possibilità. Dallo scorso anno è aggregato alla "banda Iervese". Venne infatti aggregato ai 1998 da un mister che crede fortemente nel suo valore. Ma Matteo non dimentica Cammarata, che lo ha aiutato a maturare caratterialmente, e Mancini, colui che gli ha "ritagliato" un "nuovo abito su misura", vale a dire il ruolo perfetto. La strada è ancora lunghissima e lastricata di ostacolo per questo "Figlio di Portanuova" che è tifoso sfegatato (sua stessa definizione) del Delfin. E che un domani spera di poter scendere in campo all'Adriatico con la maglia biancazzurra con nome e numero sulla schiena....
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