Il Pescara e John Fante: l’Abruzzo di Maurizio Sarri
Maurizio Sarri non dimentica l’Abruzzo. E, soprattutto, il Pescara. Nemmeno adesso che è uno degli uomini copertina, dopo il capolavoro Empoli, di una serie A che si è tinta di biancazzurro antico (come dimenticare Max Allegri, in tal senso?). Anche adesso che indossa l’abito buono per sedersi al tavolo dei grandi, "quello della tuta", come era definito in modo sprezzante, ricorda i suoi trascorsi pescaresi. Ed il legame con l’Abruzzo, per motivi non legati allo sport. “Mister 33 schemi” in brevissimo tempo è riuscito in ciò in cui in molti, che non si chiamino Giovanni Galeone o Zdenek Zeman, non sono riusciti: entrare nel cuore dei pescaresi, tifosi dai palati fini. Sarri ci è riuscito. Con la sua semplicità. E non si dimentica di Pescara e dell’Abruzzo. Spende sempre belle parole (leggi qui). Ed anche dopo la salvezza del suo Empoli (compiuta con un altro ex, “Vi sembra normale che uno come Croce arrivi in A a 32 anni? Quando l'ho chiamato stava andando a firmare per il Lugano, serie B svizzera") non fa eccezione. Parla di Pescara e di Abruzzo con calore. E molto affetto. Per questioni di calcio, ma anche per altri motivi. A Torricella Peligna, ad esempio, ne serbano un grande ricordo. Un giorno andò nel centro chietino in memoria di John Fante "Ci sono andato quand'ero a Pescara, altro bel posto per allenare”, ha detto a Repubblica.it. “Fante non l'avevo mai sentito nominare. La mia prima cotta è stata per Bukowski, che criticava tutti o quasi ma giudicava Fante un fenomeno”. Nacque allora la curiosità di leggere qualcosa scritto da lui. Dal 2006, a Torricella nel mese di agosto, si svolge il festival letterario intitolato "Il Dio di mio padre. Festival letterario dedicato a John Fante”. Ne catalizzò l’attenzione del mister. E chissà se, Serie A permettendo, in questo 2015 Maurizio Sarri non si affacci di nuovo….
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