Battere un tumore e tornare alla vita e al calcio: la storia di Christian
Rinascere al calcio e rinascere, soprattutto, alla vita. Questa è la storia di Christian Pavese e della sua partita più importante. Che ha vinto, alzando al cielo non un trofeo ma una preghiera di ringraziamento. Perché la sua partita decisiva l’ha giocata contro il più terribile e difficile degli avversari, un tumore. Una vita per il calcio, quella di Christian, “spesa” nei campi delle leghe minori abruzzesi. Caldora, Chieti, Ripa Teatina, Ortona, Cologna Spiaggia, Moscufo, Tollese e Lauretum le tappe di una passione senza confini. Il pallone è parte fondamentale della sua vita e proprio il pallone sarà determinante a salvargliela, la vita. Durante un torneo di calcetto di Spoltore, poco prima di scendere in campo per un match Christian nota una strana protuberanza sul petto. Una cosa di poco conto? No, affatto. L’indomani, dall’ecografia, la più brutta delle notizie. La situazione è molto seria, viene riscontrata una massa tumorale di otto centimetri per sei confermata dai successivi esami più approfonditi. La diagnosi è tremenda: linfoma di Hodgkin, un particolare tipo di linfoma (neoplasia della linea linfoide caratterizzato da una massa tumorale distinta), nel mediastino superiore che interessava anche parte dei bronchi. Inizia il calvario, noto a chi direttamente o indirettamente ha avuto a che fare con patologie simili. Biopsia, operazione per asportare la massa, rimozione dei noduli con una particolare ed invasiva tecnica sui polmoni, un ciclo di ben sei chemioterapie e infine la radioterapia. L’amore di Erika, la compagna, della famiglia e degli amici sono stati il motore della rinascita. Le medicine sono fondamentali, ma è la carica emotiva a fare la differenza. La sfrenata voglia di vivere e tornare alla normalità, per molti, però, purtroppo solo un vano sogno. Andare avanti non è semplice, bisogna trovare motivazioni incrollabili. La forza d’animo di guardare in faccia la realtà si coniuga in modo inscindibile con la ferrea volontà di guarire. E di tornare a sorridere. Christian, pur debilitato, non abbandona il lavoro. Porta avanti i suoi impegni e le sue responsabilità, anche se ovviamente in modo limitato. Chieti, Pescara e Campobasso le tappe della sua battaglia. Che oggi posiamo dire vinta. Christian è guarito. Ed è anche tornato a giocare a calcio. Si era dato (anche) questo obiettivo, nei momenti più duri. Tornare ad indossare gli scarpini ed una maglietta per una gara ufficiale. Dove? A Spoltore, in prima categoria. Uno dei suoi vecchi estimatori, Loris Masciovecchio, lo ha convinto a sposare l’ambizioso progetto del sodalizio locale. Fascia da capitano, squadra che vola e il traguardo Promozione che sembra assolutamente a portata di mano. A 31 anni si può e si deve ancora sognare. Apprezzando tutte le piccole cose che la vita offre e regala. Christian Pavese lo sa e adesso gioca con il sorriso. Con lo sguardo di chi, avendo vista in faccia la morte, è consapevole di aver vinto la partita più importante.
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