Un giocattolo rotto
Si potrà aggiustare?
Sono piovuti fischi, copiosi, sul Pescara a fine partita. E non poteva essere altrimenti. Il momento nero non è affatto dietro le spalle ed il pari beffa di ieri lo conferma,anche se è arrivato solo sui titoli di coda del match e con la squadra per tanti minuti in inferiorità numerica. Ma queste due circostanze non sono e non possono essere delle attenuanti per l'imputato Pescara, artefice di una nuova prestazione sconcertante. “C'è tanto su cui riflettere”, ha commentato a fine gara mister Alberto Colombo, molto onesto nella sua disamina. Eppure il tecnico di Cesana Brianza non riesce a ritrovare il bandolo di una matassa che ha perso 3 mesi fa ormai. Il problema di ieri è stato, a suo dire, non di assetto ma di interpretazione. Eppure, i continui cambi di modulo e di interpreti non forniscono certezze e continuità ad una squadra smarrita, che non ha più punti di riferimento. Cambiare tanto e cambiare spesso non aiuta a ritrovare compattezza e, soprattutto, identità e una propria fisionomia, cose si avevano sino a fine novembre quando probabilmente si era raccolto più del dovuto e del meritato. Però all'epoca si aveva un modulo base, una formazione base, certezze tattiche, idee e compattezza. Tante volte si è elogiata una squadra che stava andando meglio delle più rosee aspettative, salvo poi perdersi. Malamente. Troppo malamente.
Contro il Giugliano solo errori individuali hanno consentito un pari con gol. Altrimenti sarebbe stato il terzo 0-0 nelle ultime 4 partite. L'errore di Sassi ha permesso a Merola di portare avanti i suoi, l'errore di Lescano sul corner finale degli ospiti ha consentito, dopo l'errore collettivo di parecchi minuti prima che ha portato all'espulsione di Plizzari, il pareggio in extremis. E in questa considerazione ci sono tutti i limiti di un Pescara che con Monterosi, Andria e Giugliano messi insieme - che non sono, con tutto il rispetto, il Napoli, il Real o il Psg - ha collezonato in totale occasioni da rete che si contano sulle dita di una sola mano. Assurdo, oltretutto per un reparto che conta ben 8 attaccanti. L’idea di gioco resta da tempo la solita interminabile sequenza di passaggi orizzontali, senza mai prevedere o ottenere il tiro il porta. Da tempo è il solito Delfino sterile e inconcludente che invece concede due chiare occasioni da gol all'avversario. Colombo avrà forse capito che Aloi centrale regala interdizione ma non geomerie? Che la manovra risulta sempre piatta e scolastica? Che forse nel finale arrembante degli avversari è meglio inserire il terzo centrale di difesa quanso si è rimasti in 10 e si soffre, storcamente, anche da palla inattiva? Che ha poco senso far fare una partita sì e tre no a Delle Monache? Che Rafia e Merola vanno supportati e innescati e che non possono cantare e portare la croce? Che è ora di far giocare Lescano dal 1'? Potremmo continuare, ma veniamo ad altro punto dolente…
“Sicuramente non è stata la nostra miglior partita, non ci possiamo nascondere,siamo il Pescara e dobbiamo dare qualcosa in più soprattutto davanti ai nostri tifosi”. Lo ha detto Riccardo Brosco, uno che di Pescara ha conosciuto il meglio, in tutti i sensi, con la Zemanlandia biancazzurra di 10 anni fa. "Adesso è importantissimo provare a blindare il terzo posto già dalla prossima partita, nella condizione psicologica nella quale siamo dobbiamo stringere i denti e metterci sempre qualcosa in più, anche se la squadra in questa partita ha dato tutto. Non possiamo permetterci altri passi falsi, dobbiamo essere più concentrati e cattivi e poi provare a trovare nuove soluzioni contro squadre schiacciate indietro che non ci lasciano spazio per giocare”. Ma sono state le parole di Capitan Luca Mora a lasciare di stucco. “Siamo molto dispiaciuti perchè, nonostante tutte le difficoltà del periodo, stavamo vincendo 1-0, anche meritatamente secondo me, e invece ci ritroviamo a parlare di un pareggio”, le sue parole. “Non siamo più quelli di inizio anno, ma stiamo cercando di ritrovare entusiasmo, freschezza e voglia di divertirci, ciò che avevamo prima. Perchè non lo siamo più? E' una domanda da 100 milioni di dollari, non lo so… Chiaramente adesso è tutto diverso, perchè le partite sono sempre meno, le squadre che ci affrontano sono sempre più chiuse in difesa e c'è pressione. Nessuno è felice di questo rendimento così discontinuo, dobbiamo solo lavorare e pensare a noi stessi. Siamo ancora terzi in classifica, avevamo accumulato tanto vantaggio, ma prima o poi i bonus finiscono e stiamo perdendo troppi punti. Qualcosa ci manca, è evidente. Dobbiamo capire cosa non funziona e aggiustarlo, anche in ottica playoff, e riprendere il nostro cammino”. E se non sanno nemmeno i biancazzurri quale sia il problema vuol dire che il giocattolo si è otto. Si è rotto davvero. E che sarà assai difficile da aggiustare…
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