Qui Verona: 90 minuti per salvare una stagione
Gara da dentro o fuori, tante pressioni sugli scaligeri
A CURA DI CLAUDIO ROSA -
Finisce a reti bianche la prima delle due sfide tra Pescara ed Hellas Verona. Al Bentegodi i padroni di casa non riescono a sbloccare il match, sprecando molto nel secondo tempo. Un pareggio che sorride ai biancazzurri, ora a caccia dell’accesso alla finale, pronti a difendere l’Adriatico dall’assalto di un Verona senza ormai più nulla da perdere.
HELLAS, UNA PARTITA APERTA
Che sarebbe stata dura nessuno lo metteva in dubbio, ma guai a definire questa semifinale già indirizzata dalle parti di Pescara. In Abruzzo i veneti sono pronti a fare la loro gara, sposando in pieno l’ideologia del loro mister Aglietti: “Abbiamo fatto una buona partita, ci è mancato soltanto il gol. Dovevamo fare questo tipo di gara e la squadra ha risposto al meglio. Non tutto è perduto, sapevamo che sarebbe stata una sfida sui 180 minuti. Un pizzico di cinismo e precisione in più avrebbero fatto la differenza”. Ed è proprio vero, come si potrebbe dargli torto. Tra le mura amiche, i gialloblu hanno messo in piedi un incontro davvero concreto e convincente, meritando forse hai punto qualcosina in più. Lo scontro col Perugia, ed i supplementari giocati contro gli umbri, non sembrano aver appesantito le gambe dei giocatori veneti, più reattivi e carichi nella ripresa rispetto ai ragazzi di Pillon.
Il risultato non sorride però all’Hellas, ora costretto a vincere in trasferta a causa del peggior piazzamento in classifica. Un dato che però non sembra preoccupare Pawel Dawidowicz, giovane jolly polacco agli ordini di Aglietti: “Il Pescara potrebbe anche giocare per il pareggio. Noi invece abbiamo un’unica chance. Io ci credo nell’impresa. Tutto lo spogliatoio è sicuro di potercela fare. Scendiamo in campo per vincere, sarà una gara emozionante”.
Insomma, le premesse sembrano esaltanti e, riguardando anche la partita d’andata, questo ritorno non sembra essere da meno. L’ultima parola spetta ora al campo, giudice supremo di questi playoff.
HELLAS, L’IDEA DI GIOCO RIPAGA SEMPRE?
Come sembra prevedibile, Aglietti potrebbe riproporre grossomodo il Verona visto nell’andata. Un Hellas stretto, veloce, a tratti anche spregiudicato nelle scelte in mezzo al campo. Tutte caratteristiche che erano mancate nel lungo campionato di B appena trascorso e che ora, con il nuovo allenatore, sembrano magicamente tornate. A guidare l’assalto veronese ci penseranno loro, le tre frecce lì davanti: a Matos verrà richiesto il suo solito contributo in appoggio di Di Carmine, il quale a sua volta dovrà in ogni modo possibile essere più concreto sotto porta, qualità mancata appunto nella sfida di mercoledì. Il compito maggiore spetta però a Laribi, vero capolavoro di Aglietti nello scorso match: la posizione del tunisino, in costante movimento tra l’esterno del campo e la trequarti dietro le punte ha letteralmente mandato in crisi la retroguardia abruzzese, facendo saltare le distanze tra centrocampo e difesa.
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