"Toro loco" - Il Delfino Rampante racconta... Pescara-Torres 2-2
L'apprezzata rubrica di PS24
Torna puntuale post Pescara-Torres 2-2 l'appr3zzata rubrica griffata PS24. Cosa ci racconterà oggi il Delfino Rampante? Buona lettura!
Imparando a vedere, o si altera la tenebra o, in qualche modo, si abitua la vista alla notte profonda e la vita cammina quasi dritta.
10 dicembre 1830, Amherst, Massachusetts. Una delle famose tredici colonie americane che diedero vita al primo nucleo di quelli che oggi sono gli Stati Uniti e da cui prese origine proprio il sogno americano. Qui nasce Emily Dickinson la cui poetica è spesso incentrata sui temi della vita e della battaglie importanti che coinvolgevano la società e, quindi, gli uomini.
Resilienza, voglia di rinascita, nuova vita. Sono solo alcuni degli argomenti trattati, appunto, dalla scrittrice statunitense. Contenuti che vengono esplicitati con i versi richiamati all'inizio nella poesia "E la vita cammina quasi dritta".
Resilienza, coraggio, momenti complicati da superare per rinascere. Alla vigilia della difficile gara casalinga contro la Torres, mister Silvio Baldini aveva posto l'accento proprio su queste tematiche. E chissà se, da tecnico esperto e navigato, non avesse immaginato l'andamento della partita in anticipo rispetto a tanti. O meglio, tutti.
Un Pescata resiliente, infatti, all'inizio soffre e va sotto di un gol nel corso del primo tempo. Poi risorge e ribalta il punteggio. Match finito e tre punti in cascina? Macché. Il football è così: ti dà e ti toglie. Avviene così che, dopo la magìa di Cangiano quasi sul finire del tempo regolamentare, all'ultimo minuto di recupero il destino si diverte a fare un "bel" dispetto al Pescara. Come se, sul terreno di gioco dell'Adriatico, fossero scese delle Janas, quelle piccole fatine mitologiche sarde che dispensavano aiuti e consigli a chiunque le richiedesse. Quelle Janas sarde in soccorso proprio dei sardi rossoblù che hanno permesso alla squadra di Sassari di trovare un pareggio insperato fino a una manciata di secondi prima.
Punto guadagnato o punto perso? Di[e]pende da che punto guardi il mondo tutto di[e]pende, come cantavano gli Jarabe de Palo, gruppo rock-latino della penisola iberica.
Punto guadagnato diremmo noi. E non solo noi. "Gli anni prima questa partita non saremmo riusciti a recuperarla". Parole di Edoardo Vergani che finalmente lotta, combatte, corre, scalcia e calcia come mai visto prima da queste parti dell'Adriatico. Migliore in campo nel sunday night? Forse. Sicuramente propiziatore di entrambe le reti del Delfino: la prima, grazie a un suo tiro che costringe l'estremo ospite a una respinta difettosa sulla quale si avventa Andrea Ferraris da Torino al suo primo gol biancazzurro; la seconda, andando a recuperare - con resilienza - un pallone che ai più sembrava perso, inutile, ormai ingiocabile e servendo Cangiano per l'occasione travestito nei panni dell'euro Zaccagni... paladino di Croazia o, se preferite, nelle vesti di Ljudevit Posavski considerato primo eroe nazionale della terra dello Hrvat.
Edoardo: dall'anglosassone guardiano, custode. Nel nostro caso, nel caso dell'Edoardo da Pescara, difensore di un modo di essere - quello resiliente - indicato da Baldini che ha permesso ai biancazzurri di raddrizzare una sfida dura e, a tratti, quasi stregata.
1215. Cuellar. L'attuale Segovia. Siamo in Spagna. Precisamente nella regione centrale di Castilla y León. Si hanno le prima notizie documentate di feste tauromatiche. Insomma, qui parrebbe essere nata la corrida più simile a quella moderna e contemporanea.
Domenica sera Pescara sembrava Segovia. Sembrava una corrida, il secondo tempo. La corrida biancazzurra. E il Pescara caricava, spinto dai quasi cinquemila dell'Adriatico. Eccome se caricava. A testa bassa, arrembante. Come un toro che non lasciava scampo al suo matador: sfinito, impaurito e all'angolo. Sembrava un toro il Pescara che toglieva metri e respiro agli avversari, spesso in balìa di Tunjov & Co.
Quel toro loco cantato da Piero Pelù che ha quel fuoco e lotta per una speranza.
Intanto, ci siamo messi alle spalle il mese delle vacanze più gettonate. È arrivato quel settembre di dannunziana memoria. È arrivato il momento di migrare. Mettiamoci alle spalle il resiliente pareggio interno ottenuto contro la Società per l’Educazione fisica Torres, risaliamo l'Adriatico direzione Romagna. C'è il Rimini da affrontare, forse nel periodo dell'anno migliore. Con gli ombrelloni ormai chiusi e quel sapore settembrino nell'aria che ci conduce verso il cambio di stagione. Verso il cambiamento. Il nostro cambiamento. Il cambiamento del Pescara.
L'estate sta finendo e un anno se ne va. Diventiamo grandi. Torniamo ad essere grandi.
Coltiviamo il nostro sogno. Il sogno americano.
Ti sogno California, un giorno io verrò: cantano i Dik Dik, dirige il maestro Silvio Baldini!
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