Zizzari: "Io, il Pescara e quel gol in semifinale playoff alla Reggiana.."
L'intervista di PS24
L'ultima promozione del Pescara dalla C alla B porta anche la sua firma. Francesco Zizzari era arrivato in riva all'Adriatico con il titolo di capocannoniere di B, conquistato a suon di gol a Ravenna, ma complice un brutto infortunio e l'esplosione della coppia Ganci-Sansovini non riuscì ad imporsi come trascinatore assoluto di quel Delfino. Riuscì però a mettere la sua preziosa firma in calce alla promozione, in particolare con la rete della sicurezza nella semifinale playoff di ritorno contro la Reggiana. «Ricordo perfettamente quel gol, palla filtrante di Dettori ed io, in posizione defilata, che faccio il classico movimento a mezzaluna per impattare il pallone al meglio e scaraventarlo in rete con tutta la mia voglia di fare gol, nonostante Andrea Gessa si stesse sbracciando per reclamare la palla. Ecco, quel gol importantissimo è la fotografia di quella mia stagione in una piazza stupenda che porto nel mio cuore ancora oggi”. Francesco Zizzari ha solo parole al miele per Pescara e il Pescara, anche a distanza di tanti anni. Durante il primo lockdown lanciò sui social una challenger per sportivi indossando, tra tante, proprio la maglia biancazzurra. E qualche giorno fa su Instagram ha postato la foto di quel famoso gol alla Reggiana, il più importante della sua breve ma intensa esperienza pescarese. “Ero arrivato da capocannoniere ed andai subito in gol al debutto contro il Rimini (nella gara in cui segnò un giovanissimo Verratti, complice una deviazione, la sua prima rete tra i in campionato, ndr), ma la rete mi fu annullata. Segnai, sbloccandomi, poi nel derby col Giulianova ma proprio in quella gara ho subito un infortunio all'apparenza banale, alle parti basse, che mi ha tenuto fuori per due mesi. Un mese dovetti stare completamente fermo e c'era anche il rischio di un'operazione, lo staff medico e la società mi mandarono a Roma per risolvere i problemi. Rientrai con la Cavese e feci anche gol in una situazione della squadra non positiva, con l'allenatore (Cuccureddu, ndr) in bilico e poi effettivamente esonerato. Avevo bisogno di tempo per ritrovare la forma migliore, ma giustamente mister Di Francesco, appena subentrato, aveva bisogno di giocatori pronti e di certezze”. Eppure la sua avventura pescarese la ricorda con immenso piacere. “Città e tifoseria sono spettacolari. A fine stagione di squadra centrammo una grande soddisfazione, davanti a uno stadio strapieno che trasudava amore e passione. Indimenticabile! Io avevo scelto una casa in pieno centro, per vivere al 100% la città”.
Sono passati tanti anni e vedere il Pescara nuovamente in C fa un certo (brutto) effetto. “Pescara merita ben altre categorie. Non ci sono dubbi. Dopo tanti anni di B e con avventure in A, atterrare in C è difficile per una piazza molto esigente come quella pescarese. Conosco il direttore Matteassi, abbiamo giocato insieme a La Spezia, e so perfettamente che difficoltà ci possono essere ad affrontare un campionato difficile come quello di C dopo anni difficili a Pescara. La C è una sorta di B2, ci sono piazze importantissime e tanta concorrenza. Rispetto ai miei anni probabilmente il livello di qualità e spettacolo è minore, conta più la tattica e l'aspetto agonistico, ma resta il fatto che paradossalmente è più facile vincere il campionato di B che quello di C. Oltretutto poche realtà, penso al Bari ad esempio, possono fare mercato e investire tanto, proponendo contratti importanti ai calciatori come accadde ad esempio al mio Pescara. Quella società investì parecchio, prese il capocannoniere della precedente C (lui, ndr) e Sansovini dal Grosseto, ad esempio”.
Ma questo Pescara può pensare ad andare in B davvero? “Vivo a Pistoia e seguo il campionato, una squadra che ha fatto la A come quella arancione è ultima. Il campionato, ripeto, è difficilissimo e il primo posto è quasi impossibile. A guardare la classifica le prime due piazze sono irraggiungibili, il Modena in particolare sta facendo una stagione strepitosa e ha idee chiare anche per il futuro, con il progetto stadio ed altri aspetti. Il Pescara deve cercare di posizionarsi al terzo posto finale, magari strizzando l'occhio al secondo se qualcuna dovesse rallentare molto e i biancazzurri accelerare, o comunque nella posizione di classifica migliore possibilein vista degli infiniti playoff. La formula è assai più impegnativa e dispendiosa rispetto a quando vincemmo noi il post season, ma ha anche qualche aspetto positivo. Rientrano ai playoff più squadre... Testa, convinzione e mentalità saranno le armi fondamentali. Quelle che in fondo deve sempre avere anche un singolo calciatore”
A 39 anni, Francesco si diverte ancora a tirare calci ad un pallone. Gioca in Promozione toscana negli Amici Miei, dispensando ancora lampi di classe. E cura la sua Academy, sempre più importante. In estate, dal 10 giugno al 12 luglio ci sarà un camp davvero prestigioso a livello nazionale con tanti ex professionisti insieme a lui e ad un altro ex biancazzurro di quell'epoca, Luca Tognozzi. E noi lo seguiremo con piacere
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