Legrottaglie: "Il futuro in biancazzurro? Vi dico.."
Da Il Messaggero ed. Abruzzo
Presente e futuro: è tornato a parlare mister Nicola Legrottaglie e lo ha fatto in un interessante articolo sul Messaggero ed. Abruzzo in edicola oggi che vi riproponiamo integralmente. Eccolo:
PESCARA “Partiamo se ci saranno le condizioni per partire. Non facciamo gli eroi, non possiamo andare allo sbaraglio. Vogliamo ricominciare, ma aspettiamo che lo Stato ci dia le dovute garanzie”. Allenamenti forse anticipati al 27 aprile, o comunque possibili dal 4 maggio. Avete già comunicato alla squadra che ci sarà la ripresa? “Siamo in un momento di confusione, nessuno sa con certezza quali saranno le date. Si parla prima la A e poi la B. Il 27 s’iniziano i test. Dalla riunione di mercoledì prossimo verrà fuori il decreto, e da lì il 4 maggio inizieremo ad allenarci. Possiamo aspettare quello che ci diranno, saremo gli ultimi a sapere le cose. Situazione non facile, gente che non è tornata a casa ed è stata chiusa negli appartamenti per un mese e mezzo per rispettare le regole. Non sono andato a casa da mio figlio per rispettare il decreto, mentre altri prendono un aereo e vanno via. Qualcosa non funziona, le regole devono essere uguali per tutti”. Con il presidente ha già parlato del protocollo sanitario imposto dalla Figc? Il Pescara è pronto ad applicarlo? “E’ dura. Massimo rispetto, capisco che dobbiamo riprendere e che dobbiamo dare speranza a tutti. Ma a quelle condizioni è devastante. Aggiusti da una parte e rovini dall’altra. Serve il giusto equilibrio. Tenerci lì senza andare mai a casa è un paradosso. Almeno tornare a dormire a casa dovranno concedercelo. Durante il giorno non avremo contatti con nessuno: allenamenti, pranzo e cena e poi libertà dev’esserci. Due mesi così sarebbe pesante, dopo altri due mesi di chiusura che stanno per finire. Non so se questa soluzione può prevenire meglio il problema. Metteremo le mascherine, faremo controlli sistematici, ma la vita dovrà essere normale”. State cominciando ad entrare nell’ordine di idee che bisognerà giocare ininterrottamente fino a luglio e poi magari iniziare subito la stagione 2020/2021? “Dipende da quando sarà lunga la sosta. Quindici giorni di pausa possono bastare. Con la Juventus finivamo a giugno e a luglio si partiva, dopo quindici o venti giorni di vacanza. Per un anno non sarà un problema dover giocare tredici o più mesi consecutivi. Semmai, il problema sarà collegare la fine della stagione con l’inizio della successiva a livello di mercato… bisognerà gestire tante cose, come fare il mercato”. “Che brutto. Sarà un essere umano senza due arti. Non sarà completo, non sarà il calcio vero. Come se vai a teatro ad esibirti e non c’è il pubblico. I giocatori lo fanno per gli altri. Vero che ci saranno le tv, ma se andiamo ad analizzare le emozioni del campo, quello non ci sarà. Condizionerà anche molto i risultati”. Un ex difensore che legge l’autobiografia di Marco Van Basten: che insegnamenti sta cogliendo da questo libro e dalla storia del grande bomber olandese? “E’ stato il mio idolo. Ero milanista da piccolo. Cambiamento avuto da quando ha fatto esperienza con la Fede. Un grande campione che a 28 anni ha dovuto abbandonare i suoi sogni e ha attraversato uno stato depressivo notevole. Come è uscito da questa situazione, si è ripreso e si è rimesso in pista e ritrova i valori della vita e lo scopo da seguire. Tanti lo perdono e sono tristi e insoddisfatti, delusi. Il proposito non è quello che fai, lavoro, figli, famiglia. Ci dev’essere un valore diverso e bisogna scoprirlo”. Con i tecnici delle giovanili proseguono le lezioni virtuali: nell’ultimo incontro avete ospitato il ds Perinetti e il tecnico Drago: su cosa verteva la lezione? “Bellissima iniziativa, abbiamo avuto un confronto con gente esperta di calcio sotto tutti i punti di vista. Molto interessante Perinetti, parlato di gestione, di talenti, di formazione. Speriamo di farlo ancora, il confronto fa crescere e approfondire. Meglio di un master a Coverciano. Stiamo ottimizzando. Difficile trovare un ambiente come quello di Pescara altrove, l’unione tra i tecnici. Una famiglia che si muove insieme, quello che ho sempre amato. Lo scopo è unico: fare bene il calcio a Pescara. Grazie a Geria e Di Battista, Repetto, Bocchetti e il presidente stiamo cercando creare quest’identità comune. Sarà un fiore all’occhiello per questa società. Il futuro in biancazzurro? Io sono per i progetti a lunga scadenza, mi vedo qui anche in futuro. Ma dovrò conquistare sul campo la fiducia di tutti”.
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