1 gennaio - 31 dicembre 2018: 365 giorni di emozioni biancazzurre
Il racconto di un anno intenso
Un anno intenso, intensissimo. Un anno dai due volti. Il 2018 è andato in archivio, diventando storia. Sono stati 365 giorni molto particolari in casa Pescara, con tre allenatori diversi a fare da staffetta in panchina, gioie e dolori.
L'anno solare 2018 si era aperto con i malumori tra il presidente Sebastiani e l'allora tecnico Zdenek Zeman, il cui rapporto si era incrinato già a fine 2017. Il Pescara non era in linea con le aspirazioni societarie, ZZ non era soddisfatto della rosa a disposizione e tra i due a mezzo stampa già erano volati gli stracci. Il mercato di gennaio non ha apportato i correttivi speravi. Andò via la meteora Ganz, grandissima delusione, ed arrivarono alcuni elementi ritenuti idonei all'impianto tattico del boemo, su tutti Falco. Che però passerà più tempo in infermeria che sul campo... A gennaio sbarcarono a Pescara anche due giovani di belle speranze, destinati nella seconda parte dell'anno solare (e dunque nella nuova stagione) a diventare assoluti protagonisti: Machin e Gravillon.
Il 2018 agonistico si apre con una grande gioia e nel segno di un giocatore destinato a diventare l'uomo dell'anno in casa Pescara: Leonardo Mancuso. A gennaio il suo cartellino era diventato della Juve, che lo aveva poi lasciato in prestito in riva all'Adriatico (accordo di prestito per 18 mesi). Il 20 gennaio a Foggia il numero 7 biancazzurro firma un gol da tre punti. Bello ed importante. Sembra l'inizio di un girone di ritorno con una grande rimonta, resterà l'unico acuto a lungo.
Qualcosa si è rotto infatti a Pescara. In particolare tra società e tecnico. Ed in campo la squadra non risponde più alle richieste del suo tecnico. I biancazzurri perdono la bussola e perdono punti, retrocedendo in graduatoria di molte posizioni. La panchina di Zeman diventa rovente e ad inizio marzo saltà.
Il 4 marzo in Italia passerà alla storia per le elezioni politiche che porteranno, qualche mese e molte polemiche dopo, al governo per la prima volta Lega e M5S; a Pescara il 4 marzo 2018 passerà alla storia come la fine della Zemanlandia biancazzurra. Reduce dalla sconfitta di Cittadella, il boemo non si presenta all'allenamento mattutino imposto dal club e Sebastiani decide per l'esonero. Booom. Il rapporto era logoro da tempo, serviva solo la classica goccia a far traboccare un vaso ormai colmo.
Sebastiani decide allora di promuovere il tecnico della Primavera, Massimo Epifani. Un giovane allenatore che aveva fatto benissimo tra i dilettanti, in particolare a Miglianico e San Nicolò, e che in estate aveva preso le redini della principale formazione baby del Delfino. Insieme a lui viene riportato alla base in quel marzo anche Giorgio Repetto, reduce da un burrascoso addio in epoca Oddo e da alcuni mesi non troppo felici a Teramo con Campitelli. Il Pescara torna a sventolare la bandiera Repetto, che ha il ruolo di responsabile dell'area tecnica. E che si rivelerà ancora una volta fondamentale. Perchè? Perchè si deve a lui la scelta di Bepi Pillon, il terzo allenatore del Pescara 2017-18, chiamato al capezzale del Delfino per salvarlo dal baratro della C.
L'interregno di Epifani fu infatti nefasto, sportivamente parlando. Complice la sfortuna, il giovane tecnico colleziona appena un punto in 5 gare e non è in grado di incidere. Il Pescara intanto è risucchiato nelle zone caldissime della classifica e sembra essere entrato in una spirale negativa dalla quale non riesce ad uscire. Le responsabilità non solo del promettente Epifani, che torna a guidare i giovani. Ma serve la svolta, un tecnico esperto e di buon senso in grado di risolvere la situazione. L'identikit non è quello di Nesta, contattato dal presidente, ma di Pillon, che Repetto già voleva a Pescara da tempo, cioè nell'estate che poi consegnò la panchina biancazzurra a Marco baroni.
Stavolta la fumata bianca, anzi biancazzurra c'è. Pillon firma un contratto sino a giugno, con l'obiettivo di salvare il Pescara dalla retrocessione. E ci riesce. Debutta a Palermo con un pari e poi piano piano riesce a riportare a galla il Delfino. Il ko interno con l'Ascoli sembra rimettere tutto in discussione, ma il nuovo Pescara ha fame e all'ultima gara del torneo, a Venezia, centra il pari che gli consente di evitare anche i playout. Con moolta umiltà e "senza inventarsi nulla", il tecnico di Preganziol riparte dalle basi zemaniane mettendoci quel determinante pizzico di suo - specialemente in fase difensiva - che farà la differenza. Mancuso e Valzania gli uomini chiave.
La conferma è dunque socntata, ma arriva tardi. Ad inizio luglio. Sebastiani ha trattative con alcuni imprenditori per la cessione del club e temporeggia. Ma quando è ormai chiaro che non ci sarà il passaggio di mano, la firma dell'uomo col baffo è scontata.
Il mercato porta in dote a sorpresa la permanenza di Brugman e Campagnaro, il ritorno di Memushaj e il rifiuto di Fiorillo alla montagna di soldi del Quarabag. Pillon e la sua truppa partono per il ritiro di Palena ed iniziano a lavorare sodo, tra lo scetticismo generale. Ma si tappano le orecchie e continuano a sudare. La nuova stagione agonistica è ormai alle porte ed il rpologo è costituito dalla Coppa Italia. Pordenone battuto a fatica, poi l'eliminazione per mano del Chievo mentre in B inizia la battaglia sui ripescaggi, che solo a novembre vedrà la fine a furia di ricorsi e carte bollate.
La B a 19 squadre parte comunque ed il Pescara è l'autentica sorpresa. Il mix di giovani ed esperti plasmato da Pillon e dalla società incanta, restando a lungo imbattuto e al comando della classifica. L'inevitabile flessione fisiologica è dietro l'angolo, ma il Delfino riesce sempre a mantenersi nelle posizioni nobilissime della graduatoria. Il Pescara è vivo, ha ampi margini di miglioramento e, in generale, piace. Le ultime due gare del girone, oltre ai saluti definitivi del d.s. Leone, portano sotto l'albero di Natale la vittoria sul Venezia e prima del brindisi di Capodanno lo straordinario acuto di Salerno. Il Pescara chiude il girone d'andata a quota 32 punti, al secondo posto, e le premesse per il 2019 sono più che positive. Nella calza della Befana il Delfino non avrà il carbone, ma adesso deve prepararsi ad un 2019 che si spera di vera gloria....
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