L'impietoso confronto tra il Pescara di Auteri e quello di Colombo
Non c'è paragone...
Il Pescara di oggi è parente lontanissimo di quello della scorsa stagione, in tutto e per tutto. A partire dagli uomini, con 3 soli superstiti della banda che prima con Auteri e poi negli scampoli finali di stagione con Zauri di certo non ha fatto bene. Cancellotti, ben altro giocatore rispetto ad un anno fa, Ingrosso e Delle Monache gli unici a rimanere in biacazzurro in un Delfino trasformato dove è visibile la mano del suo condottiero, quell'Alberto Colombo che domenica dopo la vittoria sul Messina ha incassato anche i compolimenti indiretti del suo predecessore Gaetano Auteri.
E proprio il confronto tra la scorsa e l'attuale annata agonistica finora è impietoso per il “vecchio” Pescara: dopo 13 partite la squadra di Colombo ha collezionato ben 12 punti in più rispetto alla squadra di Auteri, Pompetti, Memushaj (ora passato ad allenare la Primavera) e soci. Il dato principale, ovvero i punti fatti e le vittorie totalizzate (10, con 2 pari e una sola sconfitta, episodica e di misura, col Crotone) è figlio di un altro dato fondamentale che risiede nel numero dei gol subiti (8). Un sola sconfitta al passivo, come già evidenziato, e ben e 24 reti realizzate sono gli altri numeri importantissimi che fanno impallidire il Pescara di Auteri: dopo 13 gare della gestione del tecnico di Floridia, infatti, le sconfitte furono 3 con ben 18 reti incassate, 20 realizzate e cinque vittorie (contro le 10 di questa stagione, come già evidenziato). Tutto questo nonostante un inizio sprint, tanto buono quanto illusiorio inclusi i primi 2 match di Coppa Italia (a proposito: quel Pescara rispetto all'odierno fu estromesso al turno 3 e nn 2, una voce “all'attivo” pro gestione Auteri): dopo 4 partite furono 3 le vittorie aggiunte al pari interno 2-2 contro la Vis Pesaro con le tante polemiche per un gol regolare annullato a Eugenio D’Ursi. I problemi iniziarono alla quinta giornata in casa con la Viterbese (1-1) prima di una serie di pareggi e sconfitte. Vero è che nella stagione 2021-22 dopo 13 giornate furono tre le sfide al vertice, tutte perse (come quella di quest'anno col Crotone, ma in modo più netto nei contenuti), mentre in questa il Pescara ha affrontatop solo il Crotone e non ancora il Catanzaro (match alle 14:30 del 27 novembre) ma è anche vero che i biancazzurri hanno battuto l'Avellino all'esordio, squadra ad inizio anno accreditata da tutti come possibile mina vagante in chiave posizioni alte della graduatoria, e che è andato a maramaldeggiare a Foggia (0-4, vittoria sonante costata la panchina a Boscaglia). Al di là del mero dato numerico, che però è ovviamente fondamentale e stavolta esemplificativo di due pianeti diversi tra le due annate, è l’organizzazione della squadra di Colombo rispetto a quella dello scorso anno a fare tutta la differenza. L'esempio più chiaro è che da organizzazione e spirito di sacrificio discende la circostanza che il Pescara di Colombo ha blindato l’area di Plizzari e gran parte degli 8 gol subiti sono arrivati o dal dischetto o da palle inattive. 6 clean sheet sono tata roba… E c'è da rimarcare che su azione il Pescara ha subito solo il pari con il Monterosi di Carlini, il momentaneo vantaggio della Juve Stabia di Maselli arrivato al termine di una pregevole triangolazione e il 2-1 in pieno recupero della Gelbison con la zampata di Kyeremateng.
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