La politica dei piccoli passi ha bisogno di nuove conferme
Il punto in casa Pescara
La politica dei piccoli passi sta iniziando a dare i suoi frutti, ma di certo servirà molto di più per essere protagonisti ai playoff. Il Pescara che ha archiviato con soddisfazione la penultima trasferta di regular season, tornando da Olbia con quella vittoria esterna che mancava da quasi 3 mesi (era il 21 gennaio quando i biancazzurri, ancora guidati da Zeman, sbancarono Arezzo per 2-1, ultima gioia prima di 6 sconfitte consecutive lontano da casa), ha blindato la sua partecipazione agli spareggi promozione e, dato per nulla secondario, in virtù degli altri risultati maturati nell'ultimo turno ha scalato una posizione in classifica, passando dal settimo al sesto posto, e riaperto la corsa anche alla quinta piazza, ancora di proprietà del Gubbio. Sul piano del gioco e delle occasioni create ci sono stati di certo dei passi in avanti, ma sotto questo aspetto serviranno nuove e più importanti conferme perchè la gara in Sardegna è stata poco indicativa in tal senso. Al di là dello spessore di un avversario che stava per dire addio ai professionisti, non si può nascondere che, pur avendo mostrato sin dall'avvio un piglio più aggressivo e propositivo rispetto al passato, il Pescara si è agevolato di tre episodi chiave per mettere in discesa una partita che altrimenti poteva rivelarsi ben più rognosa: l'espulsione di Montebugnoli al 22', che ha costretto un avversario già in difficoltà a giocare per oltre 75 minuti in inferiorità numerica, il calcio di rigore procurato da Pierno e trasformato da Merola che ha sbloccato il risultato sul finale di primo tempo ed il raddoppio a firma Accornero nell'ultima azione della prima frazione. Ma se per la fase offensiva il giudizio resta ancora sospeso, c'è da dire che in generale la cura Cascione sembra davvero funzionare. Basta il dato dei gol incassati nella terza gestione tecnica stagionale per capirlo fino in fondo: 1 sola rete presa in 4 partite. In questa stagione non era mai accaduto. Non era facile ridare solidità, compattezza e certezze ad una squadra allo sbando, che specialmente in trasferta subiva reti con il pallottoliere e figuracce in serie, ma il giovane allenatore ci è riuscito con una ricetta semplice, una volta liberata la mente al gruppo: pochi cambi di formazione, assetto più equilibrato e spirito da battaglia sempre e comunque. Le prime somministrazioni non sono andate tutte a buon fine, vedi la partita con l'Entella, ma di sicuro questo Pescara sembra completamente diverso da quello dell'interregno di Bucaro che è rimasto una sorta di ibrido, dove erano rimasti i difetti della gestione precedente senza però mantenerne i pregi. Il risultato sono state 5 giornate perse, perchè dopo l'addio forzato di Zdenek Zeman serviva un'inversione di tendenza con un allenatore nuovo con idee e concetti diversi da applicare su una base già modellata dal Demiurgo di Praga. Adesso per il Pescara restano due partite per chiudere la regular season e prepararsi ai playoff, ma in città tengono banco più le questioni societarie, tra le ipotesi di vendita del club e la contestazione nei confronti del presidente Sebastiani, rispetto alle vicende di campo. Anche se c'è un finale di stagione ancora tutto da scrivere
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