Progetto nuovo stadio Pescara: si allarga il fronte degli scettici e dei contrari
Progetto ambiziosissimo, ma che non mette tutti d'accordo....
Un progetto destinato a far discutere. E a dividere. Il nuovo stadio con cambio di volto della zona sud di Pescara non è pacificamente accettato da tutti. Il fronte dei contrari e degli scettici si allarga.
Partiamo dal consigliere comunale Massimiliano Pignoli, che su Facebook è stato chiarissimo: "Tutti conoscete il mio proverbiale attaccamento ai colori biancazzurri da sempre per cui qualche giorno fa ho assistito attraverso i mass media locali alla presentazione del nuovo stadio del Pescara. Mi permetto di esprimere un mio personale punto di vista. Se realizzare uno stadio significa abbattere la Pineta dannunziana io NON CI STO. Tagliare un solo albero sarebbe condannare a morte l' unico polmone verde rimasto in città. Per cui mi opporro' ove mai dovesse accadere con tutte le forze sempre nel rispetto della legge e con tutti gli strumenti che il legislatore ci ha fornito sia all'interno del Consiglio comunale che fuori affinché si eviti questo scempio"
Oltre alla politica, nel consueto gioco delle parti (ma non solo per questo motivo), anche pezzi della cosiddetta società civile si sono detti contrari al progetto. Esponenti oltretutto qualificati. La localizzazione del nuovo stadio a due passi dalla Pineta dannunziana non piace ad esempio al dipartimento di Architettura dell’università D’Annunzio. Che non è però contrario alla realizzazione di un nuovo impianto. "Il 28 settembre scorso, durante la seduta del consiglio di facoltà è stato discusso e approvato all’unanimità un documento, reso noto solo ieri, in cui vengono espresse forti perplessità sulla realizzazione di una cittadella dello sport nelle vicinanze del più grosso polmone verde di Pescara. Questo documento, tra l’altro, arriva dopo pochi giorni dalla presentazione del progetto del nuovo stadio in un incontro pubblico organizzato dal Pescara calcio, dalla società Proger e dalla Camera di commercio", ha riportato nei giorni scorsi Il Centro.
Lo stesso quotidiano ha poi intervistato il direttore del dipartimento di Architettura Paolo Fusero. Questi gli stralci più interessanti di quanto dichiarato:
"La decisione è abbastanza naturale, riguarda una cosa importante della città. L’amministrazione comunale sta pensando di realizzare un progetto che ci vede coinvolti con la futura cittadella universitaria. Vogliamo dare un contributo al dibattito, ma con grande rispetto dei ruoli, anche se le decisioni poi devono essere prese dalle amministrazioni. Siamo convinti che il nuovo stadio vada realizzato. Non siamo contrari alla realizzazione del nuovo stadio di calcio, anzi ci sembra un’ottima occasione, in una logica di strategie di sviluppo di area metropolitana. Non siamo nemmeno contrari al progetto sotto il profilo strettamente architettonico, al contrario ne apprezziamo le valenze. Siamo, invece, molto perplessi in merito alla scelta localizzativa, le aree limitrofe alla riserva naturale della Pineta dannunziana. Realizzare una struttura complessa come un nuovo stadio da calcio secondo i parametri Uefa in un’area così delicata come quella adiacente la Pineta dannunziana ci pare una decisione non in linea, rispetto ad alcuni principi che pensavamo fossero ormai acquisiti, non solo dalla comunità scientifica, ma più in generale dalla società civile. Questa, per noi, è stata un’operazione di responsabilità. Non ce la siamo sentiti di non esprimere un parere su questo importante intervento per la città. i guardiamo bene dal suggerire qualsiasi area, qualcuno potrebbe pensare che difendiamo gli interessi di qualche proprietario privato. Le ragioni delle nostre perplessità sulla zona vicina alla pineta si possono riassumere in quattro punti: consumo di suolo, rigenerazione urbana, aspetti paesaggistici e ambientali, aspetti ecologici. La Pineta dannunziana non va circoscritta all’area perimetrata dai cancelli, ma va intesa come un tutt’uno ambientale con le aree agricole circostanti, ancorché oggi abbandonate, e con il territorio antropizzato delle colline prospicienti, da cui si può godere di meravigliose visuali prospettiche della città che pongono la pineta stessa e il mare come sfondo. Qualsiasi intervento edilizio consistente, come uno stadio di calcio, un polo di attrazione commerciale, un intervento di edilizia privata, per quanti sforzi si possano fare per dissimularne l’impatto ambientale, interferirebbe inevitabilmente con i delicati equilibri paesaggistico-ambientali della pineta"
Interpellati da Il Messaggero ed. Abruzzo, l'ingegner Umberto Sgmbati, titolare della Proger, e il manager Antonello Ricci, coordinatore del progetto per conto della Pescara Calcio, hanno confermato che a loro avviso la collocazione scelta "suggerita dall'amministrazione comunale e in particolare dall'assessore all'urbanistica Stefano Civitarese Mattucci" è "la migliore soluzione possibile", ma hanno anche sostenuto che è il benvenuta "ogni occasione di confronto, specie se da un interlocutore di prestigio come l'Università" e che sarebbe gradito che "sul progetto di finanza battesse un colpo anche la Facoltà di Economia, vista la portata dell'intervento"
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