Servirà un Pescara diverso in tutto e per tutto a Fermo

Se il Pescara sarà quello di domenica scorsa, di certo non sarà facile prendersi i 3 punti a Fermo. In caso di replay di quanto visto all'Adriatico contro l'Ancona, prepariamoci ad una nuova domenica amara anche se trascorsa al cospetto della penultima della classe. La tenuta del Delfino ha avuto la stessa durata di un fiammifero, poi sono emerse tutte le problematiche già note in una stagione che vede alternarsi i condottieri ma mantenere mentalità e carattere della squadra non all'altezza delle ambizioni e delle aspirazioni di una piazza ormai stanca, sfiduciata e interessata più alle vicende societarie che a quelle di campo. Se poi la panchina ci mette del suo, ecco che la frittata è servita. Il primo ko dell'era Cascione in casa, che ha visto per la prima volta con il nuovo tecnico in panca la squadra subire 2 reti in una partita, è figlio non solo di errori dei singoli e di gruppo nella fase difensiva ma anche delle scelte iniziali. Non tanto e non solo per la conferma di Pierno come terzino sinistro e la riproposizione di Vergani come centravanti, quanto per l'allestimento del trio di centrocampo. Cascione ha provato a dare più qualità al reparto mediano, lanciando Meazzi e Tunjov come interni, ma questo Pescara non è in grado di sostenere due elementi di quel tipo più il tridente senza perdere di solidità e compattezza. E' il solito problema della coperta corta, che se spostata più avanti lascia inevitabilmente scoperto il lato opposto. E le cose non sono cambiate con un nuovo assetto dopo che l'Ancona di Boscaglia, più affamata ed ordinata, aveva già ottenuto il raddoppio. Il motivo è facile e risiede nell'allestimento della rosa e negli errori commessi sul mercato, in estate e a gennaio.. Dunque, cambiando l'ordine degli addendi della addizione, la somma non può mai cambiare….