Editoriale

L’unica certezza è che bisogna lavorare

04.08.2014 10:31
“L’unica certezza che ho è che bisogna lavorare. Molto”. Firmato: Marco Baroni. Nel post triangolare di Teramo, a due settimane esatte dall’esordio ufficiale (17 agosto in Tim Cup), il Pescara è ancora un cantiere aperto. Sul mercato, ma anche sul rettangolo verde. “Dobbiamo parlare poco e lavorare molto, la società sa bene cosa c'è da fare. Sono stato molto chiaro nello spiegare le mie richieste", il punto di vista del tecnico. Ineccepibile. I punti fermi sul piano tattico  sono la difesa a 4 e il centrocampo a 3, ma il Pescara non è ancora una squadra. La difesa, reparto che ha bisogno di due interpreti di spessore (forse tre se l’infortunio di Pesoli si dovesse rivelare più serio del previsto), deve essere assolutamente registrata. Negli ultimi 3 anni, incluso quello di Zeman dunque, ha incassato quasi 200 gol totali. Una marea. Anche contro Teramo e San Nicolò – impegno comunque poco indicativo, utile per mettere minuti nelle gambe e poco più – la retroguardia ha traballato. “I campionati sereni partono dalla una difesa solida” è lo slogan di chi forse non ama il calcio champagne ma bada al sodo senza fronzoli. Piace lo spirito con il quale Pucino si è calato nella nuova realtà ed il baby Del Fabro, catapultato dall’aereo al campo, sembra elemento promettente. Troppo poco. A centrocampo le certezze non solo molte. Aspettando Buchel ed il recupero di Brugman (tempi ancora lunghi), c’è sempre la telenovela Bjarnason. Lazzari ed Appelt Pires (assente al Bonolis) vanno inseriti mentre discrete risposte già si sono avute da Nielsen e Selasi. “Work in progress” anche qui. In avanti l’abbondanza di interpreti e di soluzioni rende il reparto il più completo ed assortito.  Forse troppo numeroso, anche al netto della presenza di Pogba sulla cui reale utilità sospendiamo il giudizio. C’è bisogno di un banco di prova più attendibile, ovviamente, per saggiarne le qualità. Forse manca l’uomo in grado di risolvere con un lampo le gare bloccate, ma Baroni cercherà di sopperire all’assenza di un top player della categoria con l’organizzazione ed il collettivo. Se si riuscissero a piazzare sia Sforzini sia Vukusic (Maniero è ancora in bilico sul mercato, ma il suo lo fa sempre e Baroni difficilmente se ne priverà) forse in extremis potrà arrivare un altro centravanti. L’acquisto di Improta è ormai fatto, il cadeau finale può essere la grande sorpresa del mercato. Difficile però pensare sul serio all’arrivo di una nuova punta. Le priorità sono note ed anche urgenti: un terzino mancino, uno o due centrali difensivi ed un centrocampista. Quel che verrà in più, sarà tutto riguadagnato. La certezza è una sola: lavorare, lavorare, ancora lavorare e, se avanza tempo, di nuovo lavorare. Perché il Pescara è ancora un cantiere aperto. E tra poco si inizierà a fare sul serio… 

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