Pace, Bivi, Vivarini, Rebogol e altri: le mille storie a margine di Catanzaro-Pescara
Tanti protagonisti incrociati nella storia dei due club
C'è un filo sottile che lega il Catanzaro al Pescara, grazie a uomini che hanno scritto la storia dei due club. Tra i protagonisti di oggi, ovviamente, c'è il condottiero del Catanzaro dei record tornato in B dopo 17 anni di assenza e con 5 giornate di anticipo sulla naturale conclusione della regular season: Vincenzo Vivarini. Abruzzese di Ari, è imbattuto da giocatore contro il Delfino, dove è stato per un triennio nel vivaio, mentre da allenatore, carriera iniziata proprio a Pescara in tandem con De Rosa dopo l'esonero di Ammazzalorso nel dicembre 2006, in 5 incroci ha vinto 4 volte (alla guida di Empoli, Ascoli, Entella e all'andata) e pareggiato l'altra gara, Pescara-Ascoli 1-1 del 2018. E contro Zeman ha centrato 3 vittorie in 3 gare: Empoli-Pescara (3-1, serie B, 24 ottobre 2017) e la doppia sfida Catanzaro-Foggia della scorsa stagione (2-0 all’esordio sulla panchina calabrese e roboante 6-2 in Puglia). Ma ci sono altri personaggi del passato che si incrociano nei destini delle 2 società, a partire da Carletto Mazzone, l’allenatore con più panchine della storia della Serie A (795) e che ha da poco soffiato su una torta con 86 candeline: ha scritto pagine importanti della storia giallorossa in A, ma a Pescara, nonostante riuscì ad eliminare proprio i calabresi dalla Coppa Italia, venne presto esonerato (1990). Fu lui però a volere in biancazzurro Edi Bivi, che in Abruzzo conquistò la seconda serie A targata Galeone (113 presenze, 27 gol in biancazzurro) dopo essere diventato una leggenda a Catanzaro (96 presenze e 34 reti in 3 stagioni, comprese le 2 al Delfino nel 4-3 del 1983-84). Nella sua prima stagione in Calabria, 1981-82, in A realizzò 12 reti (tra cui quella della vittoria a San Siro contro il Milan) e fu secondo miglior marcatore del campionato dietro Roberto Pruzzo della Roma. Collezionò 3 presenze nell'Under 21 di Azeglio Vicini, ma – come il bomber capitolino - non fu inserito da Enzo Bearzot nella lista per Spagna '82 nonostante il c.t. inserì entrambi tra i 40 “azzurrabili”. Ai due massimi goleador di A venne preferito Franco Selvaggi. Quell'anno il Catanzaro concluse la stagione al settimo posto, massimo risultato per una squadra calabrese nella storia, e raggiunse la semifinale di Coppa Italia. L'allenatore di quella squadra era il compianto Bruno Pace, pescarese che da calciatore iniziò a 18 anni in C proprio nel Delfino, con 12 presenze e 1 gol nella stagione 1961-62, per poi legare la sua storia di allenatore ai giallorossi. Ci sono poi calciatori entrati nel mito di una sola delle due città. E' il caso di Giorgio Corona, autentica meteora a Pescara ma 46 gol in 109 presenze a Catanzaro con firma sull'ultima promozione in B prima di quella attuale con record di gol strappato a Palanca, e di Stefano Rebonato, volto della favola biancazzurra 1986-87 con Galeone alla guida e protagonista a Catanzaro di due stagioni fra i cadetti piuttosto contraddittorie ('88-90): discreta la prima, negativa la seconda nella quale non realizzò alcuna rete con i calabresi che chiusero il torneo di B all'ultimo posto. “Il primo anno non andò malissimo, anche dopo l'esonero dell'allenatore che mi volle in Calabria”, racconta oggi Rebogol. “mentre nel secondo, con Silipo in panchina, ho avuto un po' di problemi. Sono contento oggi per la promozione del Catanzaro, che ha stravinto meritatamente il campionato. Mio figlio lo aveva previsto la scorsa estate. Peccato per il mio Pescara, che all'inizio sembrava potersela giocare con le 2 calabresi fino alla fine. Restano i playoff ai biancazzurri, che sono sempre un terno a lotto dove conta molto la forma fisica”.
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