Cosenza-Pescara 1-1, le pagelle dei biancazzurri
A CURA DI CLAUDIO ROSA -
Finale al cardiopalma per il Pescara che trova al fotofinish un pareggio insperato, al termine di una gara soffertissima contro un ottimo Cosenza. Un gol, quello di Crecco, importantissimo per il Delfino che per più di quaranta minuti ha rischiato di subire la seconda sconfitta nel giro di tre giorni.
Biancazzurri che mantengono comunque la testa della classifica, e che dovranno ora difenderla nel posticipo di lunedì contro il Lecce.
Ecco le pagelle dei ragazzi di Pillon:
Fiorillo 5: questa volta, ahinoi, si ritrova ad essere protagonista in negativo della partita. L’errore sul tiro di Tutino, nonostante il rimbalzo anomalo della palla sia frutto di un manto erboso non all’altezza della Serie B, è da matita rossa e spalanca le porte al vantaggio del Cosenza.
Ciofani 5: probabilmente il peggiore del Pescara. Da un apporto pressoché nullo in fase offensiva, non riuscendo quasi mai a dialogare con Marras, ma è in quella difensiva che perfezione il disastro: prima si fa saltare da Maniero nell’azione da gol più limpida dei padroni di casa, poi si trova in ritardo sulla rete dell’ex biancazzurro ed infine si fa saltare sempre dal solito Maniero, stendendolo e prendendosi anche un giallo. (dal 79esimo Crecco 6,5: entra e cambia la partita. Si fa subito notare per un parapiglia con Baez. Prende però man mano coraggio, ed è proprio dai suoi piedi che nasce l’azione più pericolosa dei biancazzurri nel secondo tempo. Nel finale trova una rete tanto discussa quanto importante per la stagione del Delfino).
Gravillon 6: nel complesso la sua partita è sufficiente, di sicuro è il migliore della retroguardia biancazzurra. Forse potrebbe fare di più sul tiro di Tutino, dove temporeggia un po’ troppo facendosi passare la palla sotto le gambe. C’è anche però da dire che la conclusione del giocatore calabro non era irresistibile.
Campagnaro 6: stesso discorso fatto per il suo compagno di reparto. La sua gara è diligente, e spesso toglie le castagne sul fuoco. La sua uscita a vuoto però sulla trequarti spalanca lo spazio alla ripartenza del Cosenza fatale ai biancazzurri. Un errore che un giocatore del suo calibro non dovrebbe mai fare.
Balzano 5: si rende protagonista nel primo tempo per un episodio discutibile all’interno dell’aria di rigore, nel quale probabilmente tocca la palla con la mano. In più, il gol del vantaggio nasce dalla sua fascia, dove non copre abbastanza ed accompagna forse con troppa sufficienza Tutino verso l’esterno. Nel secondo tempo si prende anche un ammonizione, dando continuità ad un suo momento personale ricco di nervosismo.
Memushaj 6: lui ce la mette tutta, fino alla fine. In fase di non possesso da sempre il suo contributo, ma con la palla tra i piedi si rivela a tratti deleterio. Certo, non è da lui che ci si aspetta la giocata in fase offensiva, ed è per questo che merita quanto meno una sufficienza per lo spirito e l’intensità su tutti i novanta minuti.
Brugman 5: assente ingiustificato nel primo tempo, cresce nel secondo ma la sua partita vive costantemente di alti e bassi. Se lui non si accende, il Pescara fa fatica. Le due partite in pochi giorni hanno, con ogni probabilità, giocato un ruolo fondamentale in questa partita opaca ed apatica dell’uruguaiano, che non è riuscito a tenere i ritmi e reggere la fisicità del centrocampo calabrese.
Machin 5: disastro. La gara di Machin è un assoluto film dell’orrore. Inconsistente in fase difensiva, impalpabile in quella offensiva. Se contro il Cittadella era stato uno dei pochi a salvarsi, qui è l’esatto opposto, risultando essere il peggiore del centrocampo: errori grossolani in impostazione, poca intensità ed tante scelte sbagliate durante tutto l’arco del match.
Marras 5: primo tempo giocato discretamente, rendendosi anche pericoloso in alcune circostanze. Manca però totalmente l’intesa con Ciofani, rendendo praticamente nullo il contributo su quella fascia. Si eclissa poi nella ripresa, venendo sostituito a mezz’ora dalla fine. Imperdonabile l’errore sul contropiede, dove sbaglia tempi e misure del passaggio a Mancuso. (dal 65esimo Del Sole s.v.: Pillon gli da poco meno di mezz’ora ma lui, forse un po’ intimidito dal debutto stagionale, non si fa vedere e sbaglia quei pochi palloni che gli vengono dati. Bisogna però non essere troppo duri, è un giocatore che può dare molto al Pescara ma va recuperato mentalmente dopo gli avvenimenti della stagione passata).
Mancuso 5,5: è un fantasma, non trova mai la sua posizione in campo e, di conseguenza, diventa innocuo per la difesa avversaria. Nel secondo tempo, con l’ingresso di Monachello, viene spostato sulla fascia e qui, di fatto, la sua partita finisce: se prima non era pericoloso, da quel momento non vede proprio neanche la palla. Il risultato è una prestazione vuota e spenta, conclusa con un solo tiro diretto verso la porta del Cosenza.
Antonucci 6,5: in assoluto il migliore dei biancazzurri. Si rende subito pericoloso con un gran sinistro ad uscire sul secondo palo che, però, non trova lo specchio. Si riconferma il più in palla tra i suoi anche pochi minuti dopo, svettando su Corsi al centro dell’area e colpendo di testa, non trovando la porta di pochi centimetri. Purtroppo per il Pescara, Pillon è costretto a toglierlo all’intervallo per un problema muscolare, un vero peccato. (dal 45esimo Monacello 5: entra, e sbaglia. L’occasione più nitida ce l’ha pochi minuti dopo il suo ingresso, quando schiaccia troppo il sinistro a tu per tu col portiere. Si innervosisce col passare del tempo, rischiando l’ammonizione in alcune occasioni).
Pillon 5,5: E' vero, indovina un cambio, ovvero quello di Crecco che di fatto regala il pareggio al Pescara. Sbaglia però, seppur condizionato dall’infortunio di Antonucci, l’ingresso di Monachello che trasferisce Mancuso sulla fascia, oscurandolo ancora di più dal vivo della partita. Nel complesso, non è stata una gran prestazione per i biancazzurri, che sono andati praticamente sempre sotto a centrocampo, non riuscendo a tenere i ritmi del Cosenza. Forse il numero di gare comincia a farsi sentire, soprattutto a centrocampo, reparto dove i calabresi hanno avuto il dominio incontrastato durante la maggior parte delle fasi del match. Con l’ingresso di Crecco, e il successivo passaggio al 442, si è visto un Pescara forse più logico, e con meno difficoltà di coprire gli spazi. Resta il punto guadagnato, che mantiene il Delfino in cima alla classifica ma, seppur con l’attenuante della trasferta, la prestazione non può che preoccupare mister Pillon.
Commenti