Oddo svela i (tanti) rimpianti sulla stagione in A col Pescara
L'ex biancazzurro si è raccontato a Il Centro svelando tanti retroscena
Ricordate la "sfuriata" di Oddo contro le critiche al mercato (in calce il video) della stagione in A? A distanza di parecchi anni in una interessante intervista rilasciata a Il Centro ieri in edicola l'ex tecnico biancazzurro svela parecchi retroscena di quella annata sfortunata. E tra i rimpianti proprio l'assenza di un centravanti e un difensore nell'allestimento della rosa, nodi focali di una conferenza stampa passata alla storia.
Ecco nell'articolo de Il Centro le domande (del collega Tontodonati) e le risposte del tecnico pescarese sul punto, all'interno di una più ampia intervista che tocca anche temi di attualità (e che vi invitiamo a leggere sui canali del quotidiano abruzzese).
Tempo fa ha detto: “Non mi piacciono le minestre riscaldate”. Significa che non tornerebbe mai al Pescara?
«I ritorni nascondono insidie, le aspettative sarebbero troppo alte. In ogni caso, nella vita mai dire mai».
Ha qualche rimpianto per l’esperienza in A con il Delfino?
«Tanti. All’inizio la fortuna non ci ha assistito, altrimenti la stagione avrebbe preso una piega diversa. Pur giocando bene, non abbiamo concretizzato. E se non la butti dentro in A paghi un conto salato».
Quale l’errore più grande: non aver preso un centravanti di categoria?
«Volevamo tre punte: un giovane, Manaj, una scommessa, Bahebeck, e un elemento esperto. Avevamo scelto Borriello che però ha preferito il Cagliari. L’alternativa era Bendtner, ma ci è sfuggito. Stesso discorso con Bergessio. Se avessimo potuto contare sempre su Bahebeck ce la saremmo giocata, anche se per raggiungere la salvezza bisognava prendere un altro difensore. Certo, sarebbe stata un’impresa, visto che quel Pescara era più debole rispetto a quello della B».
“Meglio la promozione in A con il Pescara che la vittoria del Mondiale nel 2006”, un’altra sua frase famosa. Ne è ancora convinto?
«Tutta la vita, perchè nel Mondiale in Gemarnia ho giocato poco anche se è stata una grandissima emozione alzare quella coppa. Vincere da allenatore del club della propria città è il massimo. Non dimenticherò mai il 4-0 a Perugia e, ovviamente, la doppia finale contro il Trapani».
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