Pinna: "Bruttissimo vedere il Pescara in C. Amo questa squadra e la sua gente"
L'intervista
«Se potessi infilerei di nuovo i guanti e tornerei di corsa a Pescara. Fa troppo male vedere il Delfino in serie C». A parlare è Salvatore Pinna, l'estremo difensore dell'ultimo Pescara a disputare un campionato in terza serie. Era lui infatti il portiere dell'ultima promozione in B, quella targata Eusebio Di Francesco nel 2009-10, e da allora il suo legame, anche se da anni solo come tifoso, non si è più spezzato. «Amo Pescara e la sua gente, lo sanno tutti, e sapere i biancazzurri di nuovo in C è bruttissimo. Pescara è come casa mia», racconta Tore dal ritiro in Barbagia della Torres, club del quale è recordman di presenze in campo e dove ora lavora come preparatore dei portieri. «Probabilmente è finito un ciclo e sono stati pagati a caro prezzo gli errori commessi negli ultimi anni, adesso bisogna resettare e ripartire alla grande perchè una piazza come Pescara deve stare stabilmente tra serie A e serie B, certamente non in C. Credo che il presidente Sebastiani abbia un grande obiettivo, riportare subito il Pescara dove merita. Ed è una grossa responsabilità. Non sarà facile vincere subito ma si deve puntare a questo. La C è un campionato tostissimo, a prescindere dal girone di appartenenza. Certamente il raggruppamento meridionale appare più ostico, date le squadre di blasone che ci sono ed i campi caldi sui quali si dovrà andare a giocare, ma anche il girone B non sarà affatto una passeggiata. Cosa serve per vincere? Gente che abbia davvero a cuore la maglia, anche nei ruoli fuori dal campo al fine di trasmettere il senso di appartenenza, e costruire un gruppo che abbia fame e attributi, composto da calciatori che mettano avanti a tutto il bene della squadra e poi le proprie esigenze. Negli ultimi anni, almeno a giudicare da lontano, a Pescara non è stato così. Si aveva la sensazione che c'erano giocatori che pensavano più ai contratti e ai soldi che non alla squadra. Servono persone che non abbiano paura e che vendano cara la pelle ad ogni partita. Un po' come eravamo noi». Nel suo Pescara c'era gente come Ganci e Sansovini, ma è stata la forza del gruppo a fare la differenza. «Fu il collettivo l'arma in più, non è un modo di dire. E poi c'erano calciatori forti, ad esempio Massimo Bonanni. L'ho incontrato un paio di settimane fa a Roma e abbiamo ricordato quella grande cavalcata, gli esodi di massa dei tifosi al nostro seguito e la doppia finale playoff. Che stagione quella, ragazzi! Ho incontrato anche l'ex presidente De Cecco in Sardegna qualche tempo fa e anche con Don Peppe parlammo di quel Pescara e di quello della stagione dopo che sfiorò i playoff da neopromossa in B. Venni anche eletto “Miglior biancazzurro della stagione” in due differenti contest, uno storico che metteva in palio 100 bottiglie di birra ed uno sul web. Restano per me ricordi preziosi ed indelebili, come l'affetto dei tifosi che nei miei confronti non è mai mancato».
Impossibile non chiedere a Pinna un parere sull'addio di Fiorillo. «Vincenzo è un amico ma non l'ho sentito in questi giorni. La sua partenza è una gravissima perdita, è un grande portiere e non a caso ha stabilito il record di presenze tra i pali di una società come il Pescara ed è stato a lungo capitano. A Salerno, altra piazza alla quale sono legato, si giocherà il posto con Belec, che so essere un pupillo di mister Castori. Ma Vincenzo ha tante qualità e può imporsi. Da come verrà sostituito si capiranno le ambizioni del Pescara. So che si parla di Pigliacelli, di certo un buon interprete del ruolo».
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