Zeman: "Ho una squadra giovane ed inesperta, ma con delle qualità. E.."
Stella tra le stelle a Ripa Teatina, Zdenek Zeman ha regalato al pubblico del Premio Rocky Marciano aneddoti, simpatia ed ironia
“Mio papà voleva che facessi pugilato, io ho scelto un'altra strada”. Stella tra le stelle a Ripa Teatina, Zdenek Zeman ha regalato al pubblico del Premio Rocky Marciano aneddoti, simpatia ed ironia. “Sono un po' arrabbiato con gli organizzatori”, ha detto ridendo, “mi hanno dato un riconoscimento alla carriera ma io voglio allenare ancora e lo farò fino a quando mi divertirò e me ne daranno la possibilità. E soprattutto sino a quando penserò di poter dare qualcosa ai giocatori. Non mi sento un insegnante di etica, cerco solo di rispettare e di far rispettare alle mie squadre le regole e le basi dell'educazione all'interno di un gruppo”. Poi, tornando serio: “Sono orgoglioso di questo premio intitolato ad un personaggio storico della boxe”. Sugli obiettivi stagionali: “Nello sport non ho mai visto nessuno lavorare per perdere. Ognuno gioca per fare il meglio possibile, quest'anno ho una squadra molto giovane ed inesperta ma con delle qualità ed io le devo tirare fuori, altrimenti poi è colpa mia se le cose non dovessero andare per il verso giusto. Quale nuovo attaccante arriverà al Pescara? Non deve arrivare per forza, ne ho già sei ma ne giocano solo tre alla volta”. Simpatico anche il siparietto finale con Ariedo Braida, altro premiato nella notte di Ripa: “Mi chiama maestro? Va bene, ma non mi ha mai chiamato ad allenare le sue squadre”. E giù risate
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