Prima squadra

Nuovi problemi per il presidente Daniele Sebastiani

Perquisizioni GdF nelle sedi del club. I bilanci sotto la lente d'ingrandimento

16.04.2022 00:01

Come riportato sulle colonne del quotidiano Il Centro, in articolo firmato dal collega Cirillo, mercoledì scorso la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi del Delfino a Pescara e Città Sant’Angelo per acquisire atti e documenti. L’inchiesta è portata avanti dal Sostituto Procuratore, Andrea Di Giovanni. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono i bilanci dal 2015 al 2017, gli stessi del filone portato alla luce dall’ex AD, Danilo Iannascoli, in sede civile. Intanto, intercettato dalla redazione di TuttoC, Sebastiani ha commentato a caldo il suo proscioglimento (e dei componenti del CdA) nel caso plusvalenze: "Per me era un argomento che non doveva nemmeno partire, non solo in generale, ma soprattutto guardando la mia situazione. Nel dibattimento ho avuto la prova che gli altri avessero le nostre stesse motivazioni. Sono stati bravi i legali di tutte le società coinvolte, oltre ai consulenti tecnici, che hanno fatto capire al tribunale che c'era qualcosa che non andava: io sull'argomento sono sempre stato tranquillo. Abbiamo lavorato con la massima correttezza, quindi non potevamo aver paura di qualcosa che non esistesse".

Tornando invece alla questione bilanci e ai nuovi sviluppi, ecco l'articolo integrale del quotidiano abruzzese Il Centro di cui vi abbiamo parlato in apertura di news:

Bilancio, Sebastiani indagato «Leggi rispettate, noi tranquilli» 

Perquisizioni della Guardia di finanza nelle sedi della società, a Pescara e a Città Sant’Angelo Nel mirino le gestioni dal 2015 al 2017. Il presidente: piena fiducia nell’operato della magistratura

Finisce sotto inchiesta, per falsi in bilancio, l’attuale presidente del Pescara Calcio, Daniele Sebastiani.
Mercoledì scorso, uomini della Guardia di finanza di Pescara hanno eseguito una serie di perquisizioni e di acquisizione di atti e documenti nelle due sedi del sodalizio biancazzurro, quella di Pescara e quella di Città Sant’Angelo.
Ad avviare l’inchiesta è stato il sostituto procuratore Andrea Di Giovanni che ha iscritto il numero uno della società Delfino Pescara 1936 sul registro degli indagati con l’accusa di falsi in bilancio. Nel mirino della magistratura pescarese sono finiti i bilanci degli anni dal 2015 al 2017, quindi tre anni, ma la procura sembra intenzionata a verificare la veridicità anche dei successivi bilanci.
«Sulla questione dei bilanci riteniamo di essere tranquilli come lo siamo sempre stati in questi anni», commenta Sebastiani, «segue quella che stiamo dibattendo al tribunale delle imprese a seguito della denuncia del socio Iannascoli, abbiamo piena fiducia dell’operato della giustizia così come siamo certi di aver sempre rispettato le norme e le leggi per la redazione degli stessi, ci siamo messi a disposizione consegnando tutta la documentazione degli anni relativi».
L’inchiesta nasce infatti dalla vicenda civilistica portata all’attenzione del tribunale delle imprese dell’Aquila dall’ex amministratore delegato della società, Danilo Iannascoli, che detiene ancora il 10 per cento delle quote societarie. E così, da una vicenda civilistica, la questione è diventata penale.
Il tribunale aquilano nei mesi scorsi aveva emesso tre sentenze relative agli anni finiti sotto la lente del magistrato pescarese (la prima riguardava il bilancio del 2016, sentenza peraltro prontamente impugnata dalla società biancazzurra, le altre due sentenze, uscite qualche mese più tardi, relative agli anni 2015 e 2017), dichiarando la nullità di quei bilanci. Acquisite quelle sentenze, il pm ha deciso di vederci chiaro sull'andamento societario della Pescara Calcio. E questo anche perché le sentenze richiamano altrettante consulenze tecniche sottoscritte dagli esperti nominati dal giudice, che evidenziavano una serie di irregolarità che poi portarono il tribunale delle imprese dell'Aquila a sentenziare, come detto, la nullità di quei tre bilanci.
Iannascoli, quale amministratore della Cimmav, attraverso i suoi legali (Giovanni Di Bartolomeo e Marco Sanvitale), presentò tre distinti ricorsi sostenendo la falsità dei bilanci. Le risultanze del tribunale delle imprese dell’Aquila verranno adesso incrociate dal pm anche con l’inchiesta della procura federale che, per la vicenda delle plusvalenze, ha chiesto un’ammenda di 125 mila euro e la squalifica per il presidente e due dirigenti biancazzurri. Sembra quasi scontato che adesso il magistrato affidi una sua consulenza tecnica per verificare tutte queste controverse questioni.

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