Una panchina che scricchiola e un bomber con la valigia
Viaggio nellacrisi biancazzurra
Anno nuovo, vecchi porblemi. Insoluti. E, forse, aggravati. La pausa - che si pensava potesse giovare - non ha portato gli effetti sperati. I venti di crisi non sono stati spazzati via e, anzi, continuano a spirare forti in riva all'Adriatico, dove ormai da mesi il vecchio adagio “casa dolce casa” è una frase che non ha senso. Tra le mura amiche, infatti, il Delfino è stato assai balbettante (5 delle 6 sconfitte totali in campionato sono arrivate all'Adriatico) e anche la prima gara del nuovo anno solare ha confermato, con remuntada subita (da 2-0 a 2-2, come col Monterosi), che il Pescara si è smarrito. Involuto nel gioco, molle e intimorito. La striscia negativa che ha accompagnato i biancazzurri alla seconda giornata del girone di ritorno ha riverberato i suoi effetti a livello psicologico subito dopo il gol del Latina ad accorciare, facendo ricadere in paure una squadra che pur nel primo tempo aveva praticato un discreto calcio e che poteva chiudere ilmatch sfruttando qualche ripartenza potenzialmente letale ad inizio ripresa. E tra 8 giorni c'è la partitissima di Crotone che ora ha perso anche un po' di senso, dato il distacco in classifica.
Mister Alberto Colombo si è presentato tardi, dopo oltre un'ora dal triplice fischio davanti ai taccuini dei cronisti. Una situazione che ha fatto ricordareil post Salernitana con Zauri in panchina. Dimissioni? No. Qualche voce in tal senso a caldo era circolata ma - è giusto sottolinearlo - non abbiamo avuto alcun riscontro in merito. Resta il fatto che il 2023 agonistico in casa Pescara si è aperto con un pareggio per 2-2 amarissimo: il clima è assai pesante dopo aver raccolto appena 4 punti sui 21 disponibili nel periodo di crisi apertosi il 27 settembre (5 ko, 1 vittoria e 1 pari nelle ultime 7 partite) e subire una rimonta di due reti in 4 minuti è la conferma che il Delfino è in piena crisi. E che probabilmente anche Colombo ha perso il bandolo della matassa. Il tecnico si è trattenuto con società e staff negli spogliatoi per analizzare il momento delicato, ma non ci sono ribaltoni all'orizzonte, almeno per il momento. Di certo, la panchina inizia a scricchiolare. “Dobbiamo capire le cause di questo percorso accidentato nell'ultimo periodo”, le parole del tecnico, “sono analisi che chiaramente restano nel chiuso dello spogliatoio. Sappiamo che ci sono dei punti dove possiamo e dobbiamo migliorare, dopo un buon primo tempo e per come si era messa la partita vivo questo pareggio come una sconfitta. C'è tanto rammarico e tanta rabbia, dobbiamo lavorare principalmente sulla mentalità perchè nella ripresa ci siamo accontentati e non siamo stati lucidi e bravi a capitalizzare le ripartenze per chiudere la partita. La squadra è andata in gestione, per far trascorrere il tempo, e ne abbiamo pagato le conseguenze. Non possiamo prescindere dal nostro dna, che è quello di andare ad aggredire l'avversario per poi far male e non quello di abbassare i ritmi ed il baricentro. Anche sul 2-0, venendo da un periodo come il nostro, bisogna avere sempre le antenne dritte e avere massima attenzione”.
C'è poi il caso Lescano, rimasto a scaldare la panchina anche ieri. L'argentino è ormai un separato in casa e sembra avere la valigia pronta: possibile che in un Pescara che ormai fatica tanto in fase realizzativa si possa prescindere da un giocatore capace di firmare 8 reti e 5 assist in meno di un girone? Possibile che non ci possa essere un chiarimento? Cosa è successo davvero per portare il rapporto in questa fase di aperta rottura? Davvero ci si può privare a cuor leggero di un giocatore così? Serve monetizzare? “Ripeto quanto detto alla viglia, se vedo un giocatore mentalizzato e che può essere utile alla causa è schierabile, al contrario se vedo un elemento che non è alla stessa stregua degli altri dal punto di vista mentale faccio altre scelte. E' semplice”, è stato il commento del tecnico.
Forse bisogna prendere sempio dal Latina, squadra assai modesta tecnicamente ma che sopperisce alle sue lacune con buona organizzazione, agonismo e voglia di non mollare mai. “Prendo spunto da una frase di Gianluca Vialli, che ci ha appena lasciato ma che per quelli della mia generazione è stato un esempio ed una vera icona”, le parole di mister Daniele Bedetti in conferenza stampa, “nella vita il 20% è ciò che ti accade ed il restante 80% è come tu reagisci. A prescindere dai cambi, il merito è dei ragazzi che hanno reagito e ci hanno creduto, senza mai avere fretta e cercando di tenere in bilico la sfida fino alla fine nonostante il rigore contro. In tutta la mia carriera non ho mai visto fischiare un penalty come quello dato contro di noi, ho rivisto più volte le immagini e non ho capito il motivo della sanzione. Chiediamo più attenzione agli arbitri. Siamo stati allo stesso livello del Pescara, che è una grande squadra e non ha bisogno di questi regali, perchè ci abbiamo messo cuore, testa e gambe. Non era facile ritrovarsi sotto due reti e poi reagire, il merito – lo ripeto – è dei ragazzi e se la gara fosse durata altri 10 minuti sarebbe anche potuta finire con una vittoria, vista l'inerzia cambiata. Questo è un punto importantissimo, soprattutto per come è venuto”. E se a Latina il punto può essere accolto coi fuochi di artificio, a Pescara si ha la sensazione di aver buttato al vento (altri) 2 punti. Giustamente. Urge il prima possibile ritorvare coesione e brillantezza, in tutti i sensi e a tutti i livelli. Il campionato è ancora lunghissimo e c'è la fondamentale appendice playoff da disputare. Non bisogna insomma “buttare il bambino con tutta l'acqua sporca”, come si suol dire, ma di certo serve immediata e seria inversione di tendenza. Non si può aspettare oltre…
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