
Un metronomo per Zeman: Marco Carraro
Sognando l'Inter, punta a fare benissimo al Pescara
Marco Carraro, professione playmaker, è l'ultimo gioiello da giovanissimo svezzato da Zeman in carriera. Nnato nel 1998 a Dolo in provincia di Venezia, ha mostrato segnali di crescita incoraggianti confermando le buone referenze che avevano accompagnato il suo arrivo in Abruzzo. Proviene dall'Inter, squadra nella quale si è imposto all'attenzione generale con la Primavera conquistando lo Scudetto di categoria.
Di recente, Carraro si è raccontato in esclusiva a Il Centro. Ecco lcosa ha evidenziato il noto quotidiano abruzzese sul baby di proprietà Inter
FAMIGLIA ED ESORDI - Al club nerazzurro è approdato tre anni fa dopo aver iniziato a giocare nel 2006 con il Riva di Malcontenta, squadra di una località vicinissima al suo paese, Dogaletto di Mira. Ma il calcio non è stato il primo sport praticato con continuità. La madre, Stefania, lo aveva iscritto in piscina quando Marco aveva cinque anni. A sette, la scelta definitiva. «Mamma, voglio giocare a pallone». A quel punto nessuno ha potuto frenare le ambizioni del piccolo. «Fin da bambino ha sempre avuto il pallone tra i piedi, e calciando ho distrutto un bel po’ di cose. Ora rido, ma allora era da ritirargli il pallone», ha confessato tempo fa Stefania al blog interista “fratellidelmondo”. In realtà la passione per il calcio era già radicata nella famiglia Carraro, in particolare nel padre Giancarlo che ha seguito Marco in ogni suo passo e che, purtroppo, se ne è andato improvvisamente ad agosto del 2016. Un malore quando era in vacanza a Vieste non gli ha dato scampo. «Mio padre mi ha insegnato tutto, lo ringrazierò per sempre. Lui e mia madre mi hanno sempre aiutato». Mamma Stefania è rimasta a vivere a Dogaletto di Mira con Giovanna, la seconda figlia, che frequenta il liceo artistico. Marco è fidanzato con Lara e lo scorso giugno si è diplomato in ragioneria riuscendo a conciliare lo studio con gli allenamenti.
INTER - È in prestito dai nerazzurri. E conta di tornarci da protagonista, prima o poi. Adesso, però, c'è l'apprendistato tra i grandi a Pescara, agli ordini di ZZ. «Vengo da una famiglia di tifosi bianconeri, ma sono orgoglioso di essere un calciatore dell’Inter. Oltre ad aver vinto il campionato Primavera, ho avuto la fortuna di allenarmi qualche volta in prima squadra. In quei giorni ero un po’ agitato, però sono stati tutti disponibili. Negli esercizi di coppia ero con Gagliardini che mi ha dato tanto consigli. Icardi? Un vero bomber, ha un fiuto del gol pazzesco. Calcio bene le punizioni? Le lascio a Brugman che è più bravo. Se c’è da mettere il pallone al centro ci sono io. l mio idolo è Pirlo, un calciatore di una classe immensa. Dovrò farne di strada per avvicinarmi solo un po’ a lui...»
IL PESCARA - «Dobbiamo pensare ad una gara per volta. Ora siamo in corsa per un posto nei play off che mi sembrano un traguardo alla nostra portata. Anzi, a mio avviso, non abbiamo nulla da invidiare a Bari, Frosinone e Palermo, le squadre che vengono indicate spesso come le migliori della serie B. iN CITTà MI TROVO Benissimo. Mi piace tanto passeggiare in centro o sul lungomare. E poi i vostri arrosticini sono deliziosi. All’inizio li mangiavo spesso, ora non posso più. Il motivo? Zeman misura il nostro peso ogni mattina...».
ZEMAN - «Buono il rapporto con lui. Lui sa sempre usare le parole giuste per motivare i calciatori e, soprattutto, non ha alcuna paura di lanciare i giovani, a differenza di molti altri allenatori. Siamo in tanti e durante gli allenamenti ci impegniamo al massimo per convincere l’allenatore. All’inizio ho avuto un po’ di difficoltà a causa della dura preparazione e per il nuovo modo di intendere il ruolo. Nelle giovanili mi hanno insegnato a far girare la palla e a curare il possesso. Al contrario Zeman chiede di giocare rapidamente il pallone in verticale»
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