Non perdere la bussola
L'imperativo categorico adesso è non drammatizzare la sconfitta
L'imperativo categorico adesso è non drammatizzare la sconfitta. Il day after del ko nello scontro diretto con la Torres, che poteva regalare la vetta condivisa alla banda di Zeman ma che ha invece raddoppiato le distanze dal primo posto, è stato inevitabilmente amaro e stavolta tornare a giocare subito è una buona notizia, per evitare di pensare a ciò che poteva essere ed invece non è stato e a quelle sinistre analogie con la partita dello scorso anno contro il Catanzaro, che aveva gli stessi presupposti di classifica e che si è rivelata il principio della fine dell'era Colombo. Non perdere la bussola deve essere ora la parola d'ordine e proprio dalle differenze con quella partita di 11 mesi fa bisognerà trovare la linfa per ripartire, capendo gli errori commessi ma non dimenticando ciò che di buono si è visto contro la capolista imbattuta del raggruppamento, capace di infilare 8 vittorie e 2 pareggi (stretti, dato l'andamento dei match) in 10 partite. Il Catanzaro dello scorso anno era una schiacciasassi destinata a frantumare record, come ha poi effettivamente fatto, e all'Adriatico si era imposta in modo netto, chiaro ed inequivocabile, ridimensionando un Pescara che certamente pensava di essere più forte di quello che era. La Torres di oggi ha dimostrato sul campo di valere il primato, perchè squadra di esperienza e categoria, con ottima organizzazione e buone individualità che l'abile tecnico Greco ha saputo mettere al servizio del collettivo, ma non ha dominato o surclassato un avversario inerme, che anzi ha di che recriminare con la Dea Bendata (2 legni) e per la solita mole di occasioni prodotte e non concretizzate. E che ha saputo reagire quando si è ritrovata sotto di due reti in 5 minuti quando era possibile invece andare alla deriva. Il Delfino di Zeman è certamente una squadra che ha approcciato meglio del previsto la stagione e che sta pagando dazio ad un periodo, anche fisiologico se vogliamo, di alti e bassi (4 punti nelle ultime 4 partite in un tour de force che dal 2 ottobre ad oggi ha visto Brosco e soci giocare già 7 gare) che probabilmente sarebbe stato più lecito aspettarsi ad inizio torneo e non adesso che si è svoltato il giro di boa del girone d'andata, ma resta una squadra inesperta. E' un gruppo con tanto talento, ancora da affinare, ma privo di quella malizia che si acquisisce con il tempo e mettendosi alle spalle più partite. La Torres è l'esatto opposto: è squadra con meno qualità pura, ma è già quadrata e sa come interpretare determinate partite, conoscendo quando è il momento di gestire e quando è quello di colpire. E lo ha dimostrato, aiutata anche da un po' di fortuna, e se il migliore in campo è stato di gran lunga Plizzari vuol dire che ha creato presupposti migliori degli avversari per portarsi a casa il bottino. Il Pescara, invece, ha quasi regalato un tempo intestardendosi su palle lunghe e spioventi per la prima punta, quando invece ha un tridente mobile e tecnico ma leggero, e ha avuto un paio di amnesie letali ad avvio di ripresa, quando già Zeman aveva deciso di gettare nella mischia Tommasini per Cuppone, implicitamente portando i suoi a continuare su quello spartito che poi lui stesso ha censurato nel post partita, e Manu per De Marco, uno di quelli che sa verticalizzare e trovare la giocata. Quando poi è uscito Tunjov, di sicuro non nella sua miglior serata ma elemento di pescare in qualsiasi momento un jolly dal nulla, per Aloi la qualità è scesa ulteriormente e si è andati avanti per inerzia con la forza dei nervi e non con la lucidità della ragione. Si è sfiorato il pari, è vero, che sarebbe stato oro colato lasciando le distanze immutate, ma nell'ottica del lungo periodo non avrebbe mutato quel che oggi il Pescara realmente è. Ovvero una squadra in prospettiva interessantissima, ma con alcune lacune strutturali (ovviamente a partire da un prolifico goleador) che si spera a gennaio possano essere colmate. Nel frattempo servirà non smarrirsi e riprendere subito il cammino. Vincere con la Recanatese diventa importantissimo adesso, non tanto per la classifica quanto per il morale e non rischiare di cadere in un vortice nero che ormai da anni qui a Pescara è di casa....
Commenti