Prima squadra

Giuseppe Gatta a PS24: "Il mio Pescara e quello di oggi"

07.04.2016 09:52
Si può essere già decisivi e protagonisti a 18 anni? Probabilmente si, soprattutto nel nostro caso. Giuseppe Gatta a quell’età fu il portiere titolare del Pescara di Galeone che, nella stagione 1986-1987, si portò a casa il campionato cadetto con annessa promozione in Serie A. In esclusiva per Pescara Sport 24, lo abbiamo contattato per ripercorrere le tappe più importanti dell’esperienza abruzzese e per un parere sulla squadra di Oddo e sul finale di stagione. Con la maglia del Pescara hai scritto una pagina memorabile nel cuore dei tifosi biancazzurri. Cosa ti piace ricordare della promozione e in cosa il Pescara quell'anno fu superiore? Probabilmente quell’anno vi erano squadre più forti, almeno sulla carta; ma noi avevamo creato un gruppo eccezionale, pieno di entusiasmo e voglia di aiutarsi: fu quella la nostra vera forza, che ci permise di vincere il campionato. Ti senti ancora con alcuni giocatori del gruppo promozione? Sento spesso Andrea Camplone, mentre quando torno a Pescara mi vedo con Franco Marchegiani e Giacomo Dicara. Ripercorriamo piacevolmente i momenti biancazzurri, che sono e resteranno indelebili. Con mister Galeone invece che rapporto avevi? Con il mister ho avuto un ottimo rapporto. Molti di noi quell’anno erano esordienti e quindi avevamo tanto entusiasmo. Galeone fu bravo a trasmettere serenità e fiducia in tutti noi. Fu stupefacente anche l'approccio degli abruzzesi in Serie A. Come mai mister Galeone ti alternò a Zinetti? Il fattore età sicuramente influiva sulla continuità: nel senso che era vero che volavo sulle ali dell’entusiasmo, ma Zinetti aveva più esperienza di me e in Serie A questa conta tantissimo. Ricordo come fosse ieri l’esordio nella massima categoria: lo 0-2 che rifilammo a San Siro contro l’Inter fu la miglior partenza possibile e per me un autentico sogno. Rapportando il gioco del calcio negli anni '90 a quello moderno, in cosa è cambiato il ruolo del portiere? C’è un fattore che ha influito nel cambiare la figura del portiere, ovvero il divieto di prendere la palla con le mani su retropassaggio. Ai tempi del mio debutto, quando arrivava l’ultimo quarto d’ora ed eri in vantaggio, usavi la strategia di perdere tempo passando il pallone dietro al portiere e anestetizzavi l’incontro. Oggi tutto questo non è possibile, infatti la maggior parte dei gol arrivano nell’ultima mezz’ora. Il portiere di oggi è un calciatore vero e proprio, che si allena moltissimo coi piedi. Nell'Under 21 hai avuto modo di conoscere Cesare Maldini. Che tipo di persona era? Di lui mi stupì il profondo rispetto che aveva di ognuno di noi e la tranquillità che trasmetteva. Gli piaceva scherzare e ridere, ma quando arrivava il momento in cui si doveva lavorare lo si faceva con grande attenzione e professionalità. Era bravissimo a non addossare troppe responsabilità ai giocatori. Passando al Pescara odierno, dopo il ritorno alla vittoria sul Como pensi che la squadra di Oddo possa puntare alla qualificazione e vittoria dei playoff? Assolutamente sì. Il calo che ha avuto il Pescara ci può anche stare ed obiettivamente è meglio averlo ora e giocare poi al massimo le ultime partite, playoff compresi, che far male nella parte finale di stagione. La squadra ha qualità, conosco bene mister Oddo (sono stati insieme a Monza ndr) ed è un tecnico molto preparato e competente, che lavora anche sui dettagli e con un gioco bello da vedere. Chi vedi favorito nella prossima partita dei biancazzurri ad Avellino? In Serie B i pronostici sono difficili da fare. E’ arduo trovare una partita con un netto favorito, per cui credo che Avellino e Pescara se la giocheranno alla pari. Quanto può incidere la probabile assenza di Campagnaro in questa parte finale di stagione? Purtroppo quando il Pescara non ha avuto Campagnaro, la differenza si è sentita. Lui è un giocatore da Serie A e quindi è normale che nella cadetteria sia fondamentale per garantire certi equilibri. Ma i calciatori che lo hanno sostituito stanno trovando la giusta intesa. Qual è il giocatore che ti ha impressionato di più di questa squadra? Sarebbe troppo facile dire Lapadula, con i suoi gol. Ma di questo gruppo mi stupiscono i centrocampisti ed in particolare Torreira e Mandragora, i quali sono molto giovani e promettenti. Rispecchiano il nuovo tipo di giocatore, completo e abile nel giocare la palla anche nelle situazioni più difficili. Ci sono portieri giovani con belle speranze in Serie B? Devo dire che abbiamo molti portieri interessanti. Rispetto al periodo nel quale giocavo, l’età si è notevolmente abbassata e dunque i numeri uno hanno maggiore possibilità di crescita. In attesa di Avellino – Pescara Giuseppe Gatta non si sbilancia, ma continua a difendere i colori biancazzurri così come fece nella sua magica esperienza pescarese.

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