Due sconfitte in fotocopia al termine delle 2 migliori prestazioni
Il paradosso
Il paradosso è che le uniche due sconfitte in campionato siano arrivate al termine delle due migliori prestazioni offerte. A Pesaro prima e con il Pineto poi il Pescara ha riconsegnato al campionato qualche punto che magari in precedenza non aveva totalmente meritato di portare a casa, rimettendo in discussione la leadership del torneo per il platonico titolo di “Campione d'Inverno” a soli 270 minuti dal giro di boa. Il Delfino che si è risvegliato dopo il ko nel derby con il fiato sul collo di Ternana e Virtus Entella, ora distanti appena 3 lunghezze (ma le Fere sul campo hanno totalizzato solo 1 punto in meno del Pescara), ha di che recriminare per l'andamento della sfida tutta abruzzese di Lega Pro, innanzitutto con se stesso. Se domini letteralmente il primo tempo, creando i presupposti di almeno cinque nitide palle gol, ma non concretizzi nulla, un po' per le prodezze di una saracinesca che risponde al nome di Alessandro Tonti ma soprattutto per tuoi demeriti, ti esponi da solo al rischio che un episodio sfortunato decida la partita. “E' la dura legge del gol”, direbbe Max Pezzali senza avere torto. Se poi nell'episodio chiave, che è un calcio di rigore, resti anche in 10 uomini perchè viene espulso il tuo portiere, allora si fa davvero tutto ancor più complicato, soprattutto se al tuo cospetto hai una squadra volitiva ed organizzata, che con malizia ed astuzia le ha provate tutte per portarsi a casa l'intera posta in palio. E alla fine la banda Tisci è riuscita nel suo intento, confermandosi bestia nera per i biancazzurri dannunziani ma rischiando anche di dover raccogliere almeno un pallone in fondo al sacco, perchè, pur con poca lucidità, il Delfino anche nella ripresa ha avuto un paio di grandi chance, una colossale con Pellacani. Di Pescara-Pineto resta la consapevolezza che la capolista è squadra intensa e viva, ma che paga amaramente alcune lacune importanti. La prima è in zona gol, dove la cooperativa senza leader va in rete con difficoltà, scorpacciata con il Milan Futuro a parte (i biancazzurri hanno segnato 12 marcature in meno della Ternana): manca un finalizzatore doc, non lo scopriamo oggi. La seconda è in fase difensiva: quando saltano le coperture preventive e la squadra si fa trovare sbilanciata, viene puntualmente punita. E paga pesante dazio finale. Era accaduto a Pesaro, nell'altra gara completamente dominata anche in 10 uomini ma chiusa a porta avversaria immacolata, ed è accaduto con il Pineto. Due gare quasi in fotocopia, insomma, anche se al Benelli le sviste arbitrali avevano avuto un peso maggiore rispetto alle decisioni di Edoardo Gianquinto di Parma nel derby, contestato più per il metro assunto nella gestione dei cartellini e per il poco polso avuto per le continue perdite di tempo del Pineto che per quanto deliberato nell'episodio chiave del match (l'espulsione di Plizzari in occasione del rigore poi realizzato da Bruzzaniti, ovvero due sanzioni per uno stesso fallo a differenza di Lucca). Sabato a Gubbio servirà un pronto riscatto, ma la squadra si presenterà nella tana dei Lupi d'Umbria senza i perni della difesa Plizzari e Brosco e dunque con una retroguardia di nuovo conio, la cui tenuta sarà tutta da valutare. A proposito del capitano: nel post partita mister Baldini non le ha mandate a dire, in modo assai colorito. La speranza è che un'esternazione pubblica così cruda, rara nel mondo del calcio, serva a cementare ancora di più il gruppo, che per il tecnico di Massa resta la stella polare per concludere il cammino tagliando il traguardo a braccia levate al cielo.
Commenti