Prima squadra

Delli Carri su situazione calcio e sul Pescara

Da Il Messaggero ed. Abruzzo

20.03.2020 10:49

E' tornato a parlare l'ex d.s. biancazzurro Daniele Delli Carri e lo ha fatto a Il Messaggero ed. Abruzzo in un pezzo a firma D'Angelo su tutti i temi del calcio nazionale, con l'emergenza Coronavirus, e del calcio pescarese. 

Ecco la versione integrale dell'articolo:

PESCARA Giorni di attesa e preoccupazione per Daniele Delli Carri. L’ex difensore e ds del Pescara, infatti, attende con ansia che passino i giorni e arrivi presto il 26 marzo. Quel giorno, il figlio Filippo, 20 anni, anche lui difensore cresciuto nelle giovanili biancazzurre, terminerà la sua seconda quarantena assieme ai compagni di squadra della Juventus Under 23. Delli Carri jr e gli altri ragazzi della squadra allenata da Fabio Pecchia erano stati messi in isolamento dopo aver giocato lo scorso 29 febbraio contro la Pianese, che aveva tra le sue fila un calciatore positivo al Covid-19. Dal 9 marzo si torna alla normalità, ma dura poco. L’11 marzo viene trovato positivo al coronavirus Rugani (in seguito anche Matuidi) e scatta di nuovo la quarantena per tutti a Vinovo, anche per l’Under 23. “Filippo sta a casa, hanno un controllo telefonico ogni giorno da parte dei medici della Juventus – racconta Delli Carri – . Ha fatto la quarantena dopo la partita contro la Pianese. Poi c’è stato il caso Rugani ed è stato messo di nuovo isolamento fino al 26. Gli allenamenti riprenderanno solo dopo il 3 aprile. Lo sento ogni giorno e gli raccomando di stare a casa. Bisogna attenerci tutti alle regole, inutile fare polemiche o trasgredire”. Anche Daniele Delli Carri ha vissuto in questi giorni il cambio epocale che la pandemia ha portato nelle abitudini di tutti. “Ogni fine settimana sto viaggiando all’estero per vedere partite e giocatori interessanti”. L’ultimo viaggio alla vigilia dei provvedimenti che hanno blindato i confini: “Sono tornato da Vienna l’8 marzo scorso, lì quel giorno sembrava che vivessero in un altro mondo: c’erano migliaia di persone in giro. Pochi giorni dopo hanno chiuso tutto. Cosa faccio ora in casa? Guardo i giocatori che m’interessano su Wyscout. Mi sto aggiornando perché presto terminerà la squalifica e voglio rientrare nel mondo del calcio e voglio essere preparato”. Il pianeta calcio ha compreso tardi l’entità del problema Covid-19? “In queste situazioni si può sbagliare. Nel calcio ci sono tanti soldi di mezzo e magari non si pensa per prima cosa alla salute, che invece è il primo valore da tutelare. Capisco i presidenti che hanno investito milioni di euro, ma se si potrà ripartire ci si metterà attorno ad un tavolo e si risolverà tutto. Coni, Figc, le Leghe e le associazioni capiranno se sarà possibile proseguire questa stagione. Se non sarà possibile, meglio pensare prima di tutto al bene della collettività. C’è gente che muore in ospedale, gli infermieri e i medici lavorano ventiquattrore al giorno. E si ammalano. Altro che pensare ad allenarsi o non allenarsi…”. Il Pescara l’ha seguito in questi mesi? “L’ultima partita che ho visto è stata contro il Cosenza. E’ una stagione tribolata, invece me l’aspettavo tra il settimo e l’ottavo posto: la posizione che avrebbe potuto occupare con la rosa che ha. Credo che la società non si aspettava di fare così tanta fatica, ma gli infortuni hanno inciso molto. Non sostituiti gli assenti? Non è sempre così scontato. Guardate al caso Machin: va via, arriva Pucciarelli e si fa subito male. Quando le annate prendono una china negativa, è così. Il Pescara deve salvarsi in tutti i modi. Se si riprende il 9 maggio, recupererà tutti gli infortunati: un grande vantaggio. Legrottaglie? L’ho visto più quando allenava la Primavera: mi piace la sua idea di recuperare palla in avanti”. Qual è il futuro del Pescara? “Sfornare qualche giovane bravo e rivenderlo. La società ha una gestione sostenibile e con i numeri in ordine. Deve continuare a puntare sulle giovanili per tirare fuori qualche talento e bisogna tenere saldi i rapporti con i grandi club di serie A: Juventus, Inter e Parma. E chissà che non torni un’annata buona per giocarsi i play-off o addirittura i primi due posti. Ma prima di tutto, è importante mantenere la categoria”. Per ora, si sta a casa senza calcio. “Bisogna rispettare le regole. Spero che questa emergenza sia importante per imparare a rispettare il prossimo e avere un maggior senso civico”.

 

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