Ultima chiamata (?!)
Ora o mai più: serve una vittoria per tornare a sperare
Tutto passa dal match di oggi. E' l'ultima chiamata. Per tornare a sperare di poter almeno tentare di agganciare il treno playout, oggi il Pescara ha un solo risultato a disposizione: la vittoria. Battere il Pisa sfatando quello che è diventato un tabù Adriatico (appena 2 vittorie stagionali in casa), significherebbe mantenere viva la fiammella. Con alle porte la doppia, insidiosissima trasferta lombarda con Monza e Pisa, l'unica medicina per il Delfino malato terminale sono solo i 3 punti perchè permetterebbero di preparare le due sfide della prossima settimana con una carica in più e consentirebbero anche di sbloccare psicologicamente una squadra che ad oggi appare smarrita, demoralizzata e inadeguata all'obiettivo.
Parliamoci chiaro: la situazione è compromessa, non scopriamo l'acqua calda. E il Pescara non è più artefice del suo obiettivo, dovendo sperare anche in più passi falsi delle altre contendenti. Ma vincere oggi potrebbe sbloccare qualcosa, anche in vista dei 3 scontri diretti ormai imminenti e assolutamente decisivi (in programma dopo le trasferte lombarde). Perdere, al contrario, sancirebbe in modo ineluttabile il verdetto più amaro, nonostante poi ci sarebbero da giocare ancora 7 gare. Resterebbe solo l'aritmetica, infatti, a dare conforto a quella che sarebbe probabilmente una spura e semplice utopia. E anche il pari non basterebbe ad alimentare il sogno playout.
Vincere, solo vincere, esclusivamente vincere: l'imperativo categorico è questo. Passa tutto dai 90 minuti dell'Adriatico, insomma, ma non sarà facile portare a casa l'intera posta in palio, un po' per la consueta emergenza con la quale deve convivere Grassadoia (che sarà probabilmente costretto a tornare alla difesa a 4) e un po' perchè il Pisa, che ha come obiettivo i playout, ovviamente non regalerà nulla ed ha dalla sua parte la forza della spensieratezza e della tranquillità. Sulla panchina nerazzurra c'è il pescarese Luca D'Angelo, che potrebbe essere il prossimo trainer biancazzurro a prescindere dalla categoria con un progetto almeno biennale, ma ogni discorso sul futuro è ovviamente rinviato. Si può e si deve pensare solo al presente.
E il presente parla di un Pescara disperato che ha una prova d'appello da non fallire per non rendere utili solo a fini statistici i prossimi 7 turni di regular season e dare un senso al finale di torneo. Vincere per continuare a sperare e lottare: il Delfino non ha altra scelta
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