Pasquale Marino e "l'invenzione" Brugman
Gas playmaker fu l'intuizione dell'attuale tecnico dello Spezia, che ora ritrova il Pescara
Pasquale Marino di nuovo sulla strada del Pescara. I biancazzurri venerdì affronteranno in trasferta il suo Spezia e l'ex tecnico del Delfino non farà sconti. Sono passati tanti anni ormai dal suo sbarco in riva all'Adriatico in una stagione strana, quella post retrocessione dalla A con il trio Stroppa-Bergodi-Bucchi.
Quando nel giugno 2013 venne presentato alla città, fu un vero e proprio bagno di folla. La città aveva sete di rivincite, non mancarono proclami altisonanti dei dirigenti. Marino firmò un contratto biennale con opzione per il terzo anno a 300.000 euro più bonus, venne accontentato in moltissime sue richieste (ad esempio Mascara) e fece il suo esordio l'11 agosto 2013 nel secondo turno di Coppa Italia battendo in casa il Pordenone per 1-0 e il 17 agosto, nel terzo turno, batte in trasferta il Torino per 2-1. Sembrava l'inizio di un sogno, ma in campionato il Delfino partì al rallentatore. Ebbe poi un filotto positivo che lo portò nelle posizioni d'oro della classifica. La gara da ricordare? Siena-Pescara 1-3, gara dominata dai biancazzurri.
L'ultima del girone d'andata era il vero banco di prova, arrivava il super Empoli di Sarri che pur in 10 sbanca l'Adriatico. E' l'inizio della fine. Il Pescara da allora non riesce più a far punti e il il 22 febbraio 2014, dopo la sconfitta contro il Bari, Marino è esonerato e viene sostituito da Serse Cosmi.
L'avventura di Pasquale Marino in riva all'Adriatico fu amara, ma ebbe un grandissimo merito: quello di "inventarsi" Brugman playmaker. Inizialmente, in verità, il sudamericano era in partenza, puntando il Pescara in cabina di regia su Federico Viviani, gioiellino scuola Roma che tutti vedevano come potenziale erede di Verratti. Brugman però in ritiro sudò tantissimo e, complici alcuni problemi fisici di Viviani, si prese una maglia da titolare in un ruolo nuovo: il regista. Marino gli piazzò di fianco Zuparic, inventato anche lui centrocampista: la fisicità ed il senso tattico del croato sgravavano da eccessivi compiti di copertura Brugman, che poteva dipingere calcio nel 4-2-3-1 impostato da Marino con le ali Ragusa e Politano come gioielli. Fu proprio Brugman play il regalo di Marino, che ancora oggi è in dote al Pescara
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