Il Pescara per salvare il terzo posto, Colombo per salvare la panchina
Il tecnico salterà in caso di ko
Salvare il salvabile. Che oggi significa salvare e mettere al sicuro il terzo posto per poi proiettarsi ai playoff e provare ad essere la mina vagante di spareggi ai quali ci si accosterebbe non più come squadra inserita nel lotto tra le favorite, come poteva essere 3 mesi fa. L'involuzione del Pescara è inequivocabile e si palesa in tutta evidenza con la differenza di rendimento, fortemente in negativo, che si registra nell’arco delle 28 giornate sin qui disputate. Dividendo il cammino in 2 parti uguali, si avranno 35 punti conquistati nelle prime 14 gare, solo 13 nelle successive 14. Ovvero una media da retrocessione, come già evidenziato in altri articoli. Nello stesso periodo di riferimento, c'è il dato differenza reti da valutare: +19 (27 gol fatti/8 subiti) nelle prime 14 giornate, -8 (13 gol fatti/21 subiti) nelle successive 14. E' chiaro che qualcosa si è rotto ma ciò che preoccupa ancor di più è l'atteggiamento di una squadra ormai piatta e molle, incapace di reagire. La goleada rifilata al Potenza è stata una semplice parentesi in un percorso da brividi e che ora mette a serio rischio anche l'obiettivo terzo posto, dato che ora il Foggia è a -5, e la coppia Cerignola & Picerno a -6. Contro l’undici di Michele Pazienza, mister Alberto Colombo si gioca la panchina. Stavolta per davvero. In caso di sconfitta il ribaltone sarebbe servito, soprattutto se il ko dovesse essere figlio di una nuova prestazione scialba e di scarsissima consistenza tecnica e caratteriale. Diverso, forse, sarebbe il caso di una sconfitta - per così dire - casuale, figlia di episodi particolari ma con una prestazione di spessore, dove la squadra abbia dato seri e concreti segnali di ripresa mentale e tecnica. Il dubbio, infatti, è che il gruppo non segua più ciecamente il mister o, ribaltando l'angolazione, che il tecnico non riesca più a trasmettere nulla alla squadra. E' su questo aspetto che si deciderà il futuro della panchina, perchè - per usare una definisione zemaniana - “il risultato è casuale, la prestazione no”. Tuttavia, dato che le prestazioni da tante, troppe settimane sono di un determinato tipo, ecco che la partita di Cerignola assume un valore fondamentale non solo per il risultato e, dunque, per la classifica, ma per il contenuto della prestazione. E se la risposta del campo dovesse essere negativa, l'avvicendamento non sarebbe più ritenuto procrastinabile anche perchè sono state date parecchie prove d'appelloal tecnico di Cesana Brianza. “Cambiare tanto per cambiare non servirebbe a nulla”, dicono spifferi societari. Si cambierebbe, insomma, solo per un tecnico in grado di portare avanti il progetto biennale impostato in estate da Delli Carri. Non un traghettatore alla Iaconi, insomma, e quindi le ipotesi Memushaj e Iervese non sono ritenute attuabili, salvo inversione di tendenza, da non escludere totalmente perchè a fine febbraio è difficile reperire un profilo del tipo voluto, in grado di cementare la base attuale per poi condurre, per vincere, una squadra puntellata la prossima estate da 3 o 4 innesti di spessore. In stile Catanzaro dell'ultimo biennio, per intenderci, fatte salve le differenze (a partireda quelle di possibilità economiche). A Delli Carri piacerebbe Zeman, è noto. Ed era noto dall'estate scorsa, quando il boemo era il primo della sua lista. Ma adesso la soluzione è percorribile? I problemi non sono di questioni economiche ma il rapporto Zeman-Sebastiani, deteriorato da anni e, se possibile, peggiorato dopo l'uscita dell'autobiografia di ZZ. Nulla però è da escludere nel mondo del calcio, l'ipotesi che porta al demiurgo di Praga appare più che plausibile (eufemismo). Si è sparsa anche una voce - non confermata - di un incontro a Roma martedì tra lui e il ds, col boemo che sarebbe motivato e disponibile alla sua avventura ter in riva all'Adriatico. Resta in ogni caso nome da tenere in grossissima considerazione ed è probabilmente in pole position, anche se poi si dovrà capire bene come nascerà il nuovo rapporto, eventualmente, con 6 mesi di ritardo e con gli aspri botta e risposta tra tecnico e prsidente degli aultimi anni. Ma ci sono altre candidature, più o meno plauisbili, che per completezza riportiamo. Beppe Scienza per taluni aspetti risponde all'identikit tracciato dalla dirigenza, ha giocato con Delli Carri ma predilige di base un modulo (3-5-2) che non è il preferito in casa Pescara, non solo per storia ma per la rosa a disposizione. Candidatura da non trascurare, comunque. C'è Camplone libero, per alcuni ritenuto un candidato forte. Pescarese, con vasta esperienza in categoria, pratica un calcio propositivo e mai speculativo e la sua idea di calcio calzerebbe alla perfezione alla rosa biancazzurra. Fino almeno a martedì, però, non era partito nemmeno un contatto esplorativo/informativo, a quanto ci risulta. Come non ci risulta un gradimento da parte della presidenza, più orientata su altri nomi. C'è Di Biagio libero, ma questioni di opportunità sembrano sconsigliare questa via. E poi c'è Pillon. Conosce benissimo categoria, ambiente e società, è un mago nel subentrare in corsa e nel ridare vita ad una squadra allo sbando. Pare - ma non ci sono troppi riscontri in tal senso - che un mese e mezzo fa, più o meno, il telefono in quel di Preganziol sia già squillato, a titolo esplorativo. Chiaramente mister Bepi accetterebbe di corsa e lo avrebbe già fatto in caso di chiamata e proposta concrete. Di recente è stato ad un passo dalla panchina dell'Ascoli, poi assegnata ad un altro ex biancazzurro (Breda), e freme dalla voglia di rimettere tuta e scarpini. Ma sarebbe lui l'uomo giusto anche in vista della prossima stagione? La riflessione che si farà è questa e in base alla risposta che ci si darà nella stanza dei bottoni l'ipotesi prenderà o perderà consistenza. Ma comunque “Il Baffo” non è tra i preferiti del presidente Sebastiani. Pasquale Marino è altro candidato da non trascurare: al palo da dicembre 2021, è desideroso di tornare in pista con un progetto serio e affascinante. Pescara, dove lasciò un lavoro a metà (venne esonerato), è una sfida che non si lascerebbe sfuggire. Potrebbe davvero essere lui il prescelto? C'è poi Calori, che Sebastiani avrebbe voluto prima di ZZ per il post Di Francesco ed è idea sempre in voga ma mai concretizzata. Su lui c'è stata anche la valutazione del Foggia per il post Gallo, naufragata (scelto e ufficializzato Somma). C'è infine il profilo di Nesta. Giovane ma già con esperienza, affamato, in cerca di rilancio e fautore di un calcio propositivo che non ha sempre potuto mettere in pratica fin qui in carriera. Ripartire dalla C, come fece il suo amico Inzaghi anni fa, per risalire la china con un progetto a vincere lo alletterebbe. E non poco. Ma non allena da 2 anni (marzo 2021) e questo aspetto è tenuto in considerazione nella sua valutazione. E Zauri? Dopo la mini avventura post Auteri difficilmente verrà preso in considerazione di nuovo. Ma sono tutti discorsi prematuri, perchè ogni cosa passa per Cerignola. E' la gara di domani che deciderà tutto, in primis il destino di mister Colombo
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