Prima squadra

Bello e con l'anima

Sembra essere il Delfino di Baldini...

03.09.2024 07:40

Probabilmente ha ragione Edo Vergani quando sostiene che il Pescara l'anno scorso avrebbe certamente perso una partita come quella con la Torres. In tante, troppe circostanze il Delfino si era sciolto come neve al sole alla prima difficoltà, andando poi lentamente ma inesorabilmente alla deriva. Il copione era sempre lo stesso, ripetuto all'infinito a dar seguito ai precedenti atti, quelli con Auteri e Colombo in panchina. Adesso, però, il vento sembra cambiato. Ed è proprio questo spirito di squadra forte e coeso la grande novità dei primi 180 minuti di campionato, di certo non facili perchè hanno visto al cospetto dei biancazzurri due delle certe protagoniste del torneo. I 4 punti già messi in cascina, che potevano essere anche 6 se al fotofinish Masala non avesse castigato il Delfino oltre i propri demeriti, sono figli di un atteggiamento ben diverso rispetto a quello visto nell'ultimo triennio. Di certo il Pescara resta un cantiere aperto che ha bisogno ancora di tempo e tanto lavoro per costruire un grattacielo che possa arrivare al cielo, ma le fondamenta sono state gettate. E, soprattutto, questo Delfino sembra avere un'anima e un atteggiamento che lo possono portare lontano, andando anche a celare, per quanto possibile, quelle carenze strutturali che il mercato estivo non ha affatto sanato ma per alcuni aspetti accentuato. Dopo un primo tempo di grande affanno, totalmente in mano ad una squadra esperta, solida e rodata come la Torres, non era facile per il Pescara proporre una ripresa di carattere e voglia come quella che poi è andata in scena davanti ai 4mila dell'Adriatico. E qui si è vista in tutta evidenza la mano di mister Silvio Baldini, che all'intervallo ha toccato le corde giuste dei suoi uomini, tornati in campo con una testa diversa, e che soprattutto ha ridisegnato tatticamente il suo Pescara, non nell'assetto base ma nei compiti di alcuni interpreti chiave. Baldini ha infatti invertito i due interni di centrocampo, Tunjov e Dagasso, riportandoli nella posizione che avevano occupato a Terni (l'estone a destra, il canterano a sinistra), ha fatto partire da una porzione di campo più arretrata Cangiano, con l'intento di farlo attaccare fronte alla porta per sfruttarne lo spunto ed il dribbling, ed alzato al contempo l'esterno alto di destra, che all'inizio era Bentivegna e poi Ferraris (non a caso l'autore del momentaneo 1-1). E, cosa non banale, ha capito che servivano il fosforo e la lucidità di Lonardi per dare vita ad una manovra che con Squizzato era troppo piatta e monocorde. Il risultato è stato un Pescara più arrembante, con Dagasso tornato ad esprimersi ai suoi livelli e con Tunjov sembrato più simile a quello straripante di Terni che non a quello spaesato del primo tempo o avulso dal contesto come nella seconda parte della scorsa stagione. Il resto lo hanno fatto la capacità di movimento e la voglia non arrendersi mai di Vergani ed una brillantezza fisica, di certo superiore a quella degli avversari (che hanno pagato anche dazio alla qualità dei cambi a disposizione, nettamente inferiore a quella dei titolari), che ha consentito il forcing continuo fino al sorpasso dell'illusione. Baldini ora dovrà lavorare sulla tenuta difensiva, dato che la retroguardia si fa troppo spesso infilare in verticale e non è sempre ben posizionata sui cross, e su come trovare nuove soluzioni offensive per colpire, ma ha tempo e modo di farlo. E l'applauso finale dei tifosi nonostante la beffa al 95', al netto della perdurante contestazione alla società, è un buon viatico per lavorare con serenità. (FOTO PESCARA CALCIO-MUCCIANTE)

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