I tre obiettivi di Capitan Riccardo Brosco
Riportare il Delfino in B, centrare la sua seconda promozione in biancazzurro e chiudere la cariera a Pescara
Riccardo Brosco non ha lasciato bensì raddoppiato, è proprio il caso di dirlo. Ed ora da capitano coraggioso è pronto a guidare un manipolo di giovani là dove il Delfino non era riuscito ad approdare l'anno scorso, in serie B. L'estate scorsa a 11 anni dalla prima volta, coincisa con la Zemanlandia che riportò Pescara in A dopo 20 stagioni, aveva scelto di mettersi in gioco per la prima volta in carriera in serie C e di tornare a vestirsi di biancazzurro dopo essere diventato uno dei migliori centrali del campionato cadetto, adesso ha scelto di restare in riva all'Adriatico per scrivere un'altra pagina di storia ed entrare in un ristretto club di giocatori biancazzurri che con il Delfino hanno ottenuto due promozioni. L'elenco annovera gente del calibro di Pagano, Camplone, Dicara, Caprari (tutti con doppio salto dalla B alla A), Sansovini, Gessa e Zanon (una pomozione in B e una in A), ad esempio, e raggiungerli ed entrare nell'élite del calcio pescarese è uno dei suoi obiettivi dichiarati. Poteva centrare il record di due campionati vinti in due soli tentativi, non c'è riuscito ma la cocente eliminazione ai rigori in semifinale con il Foggia gli ha dato una carica in più per riprovarci. A luglio e ad agosto le sirene del calciomercato avevano cantato prepotentemente al suo indirizzo per provare a strapparlo a Zeman, che 11 anni fa, quando era ritenuto il nuovo Ubaldo Righetti, essendo cresciuto nelle giovanili della Roma, lo ha svezzato all'ombra dei titolari Capuano e Romagnoli, e che dal suo ritorno, a marzo, gli ha consegnato la fascia di capitano. Brosco, che ha firmato sul campo della Gelbison la prima vittoria dello Zeman Ter, si è sentito ulteriormente responsabilizzato e al centro del progetto, anche quando la corte di un club di B e di due big di C si era fatta insistente qualche settimana fa. Ma se FeralpiSalò ed Entella si erano fermate a sondaggi e ad assunzione di informazioni sulla disponibilità a cambiare aria, ben più concreta è stata l'offerta dell'Avellino: un triennale a cifre importanti e la prospettiva di diventare il leader di una squadra che punta a tornare in B senza passare per i playoff. La volontà di Riccardo e quella della società, però, era di andare avanti insieme ed ecco che il 23 agosto è arrivato il rinnovo biennale del contratto che originariamente aveva come scadenza il 30 giugno 2024. Il nuovo vincolo adesso lo lega al Delfino fino al 2026, quando il classe 1991 nato a Roma avrà 35 anni e potrebbe anche decidere di chiudere col calcio giocato. D'altro canto lo aveva detto in tempi non sospetti: “Mi piacerebbe chiudere la carriera a Pescara”. Ma prima di allora ha una missione da compiere, scortare il Delfino nuovamente in serie B, e lo farà da totem della difesa e da leader dello spogliatoio. Non è un capitano che alza la voce, Brosco, ma uno di quelli che cerca di trainare il gruppo con i fatti e con l'esempio. Parla poco ma quando lo fa lascia il segno, come quando ci ha messo la faccia nel momento peggiore della crisi con Alberto Colombo in panchina presentandosi in sala stampa per due volte consecutive, incluso il post Cerignola, la gara fatale al tecnico di Cesana Brianza. In questa stagione ha riannodato il filo dallo stesso punto in cui si era interrotto a fine giugno con il Foggia: con una prestazioni solide e concreta, in tandem con Mesik che è diventata, proprio dall'arrivo di Sdengo, il suo parner di difesa. Adesso dovrà mettere la museruola alle punte avversarie, anche per tenere a bada una concorrenza agguerrita come quella di Pellacani e Di Pasquale. Ma il capitano coraggioso paura non ha.
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