Lo show dei record - Il Delfino Rampante racconta... (Recanatese-Pescara)
Un punto di vista particolare sulel vicende di casa Pescara
Il momento nero del Pescara nella rubrica, assai apprezzata perchè originale, del Delfino Ramante. Buona lettura!
A chi si guarda nello specchio e da tempo non si vede più. Siamo nel 1978, Loredana Bertè canta per la prima volta una canzone che entrerà, di diritto, nella storia della musica italiana scritta, per lei, da Ivano Fossati. Stiamo parlando di "Dedicato", 45 giri tradotto, l'anno successivo, anche in francese da Dalida.
Non si vede più, da tempo, pure il Pescara che riesce nell'ardua impresa di beccare sette gol in tre giorni tra Sassari e Recanati, certificando, malauguratamente, uno dei periodi sportivi più bui del football in riva all'Adriatico.
Sette sconfitte in undici partite dell'avvento del 2024. 23 gol subiti.
In ben 4 occasioni, da gennaio ad oggi, i biancazzurri hanno preso 4 schiaffoni. E, come se non bastasse, Pescara in svantaggio negli scontri diretti praticamente con tutte le formazioni che lo precedono in classifica.
Lo show dei record, insomma. Non il famigerato programma televisivo che, sulla TV commerciale, ci accompagna la domenica sera... sia ben chiaro. Ma le desolanti, ahinoi, prestazioni che stanno offrendo i biancazzurri da alcuni mesi a questa parte.
E in questo marasma, questa confusione generale, la classifica inizia a farsi preoccupante, quasi da cominciare, e in fretta, a guardarsi le spalle ed azionare gli specchietti retrovisori se non si vorrà mettere a repentaglio finanche la partecipazione ai play off.
Una tregenda. Un disastro. Una catastrofe sportiva. E, purtroppo, non si riesce a vedere una via d'uscita. Buio che più buio non si può. Una famosa filastrocca descriverebbe così il periodo del Delfino: "È tanto scuro fuori e dentro questa stanza è buio il corridoio: non vedo la distanza".
E francamente neanche noi riusciamo, purtroppo, a vedere la distanza di una crisi senza precedenti che ormai dura dall'autunno ad accezione di alcuni sporadici, isolati, deboli sussulti. Poco. Troppo poco. Pochissimo.
Come dire, se ci sei batti un colpo. Pare proprio, però, che il Pescara non ci sia. E allora, Delfino quasi alla deriva. Arenato tra i banchi di sabbia di un mare vorticoso che, tornando per un attimo alla Bertè, sta trascinando il Pescara "sempre più giù".
Dopo il ko nella terra del Gennargentu e dei nuraghi, condito da errori clamorosi e a dir poco imbarazzanti, ci si aspettava un mezzo riscatto al "Tubaldi" contro la Recanatese, squadra tutt'altro che irresistibile e in piena bagarre per non retrocedere. E invece, il Pescara di Bucaro - dopo la beffa della gara di andata all'Adriatico - è caduto pure in casa dei leopardiani per mano di Lipari, Ferrante e dell'ex Melchiorri, ridando animo e speranze ad una formazione che aveva vinto una sola volta nel 2024 e sembrava essere precipitata in un irrefrenabile crollo verticale.
Come direbbe Leopardi rivolto proprio all'undici biancazzurro: or poserai per sempre, stanco mio cor!
Tradotto, al Pescara di oggi sembrerebbero mancare il carattere, la voglia di lottare e la passione di reagire alla avversità. Una squadra in balìa degli eventi. Spenta, stanca, quasi rassegnata. D'altronde lo ha amaramente certificato pure Bucaro dopo il pesante ko subito contro la Torres: "Incassato lo svantaggio, la squadra si è sciolta; è sparita; è mancata anche a livello caratteriale" ha detto testualmente il tecnico palermitano. Praticamente una formazione fragile come quel vaso di terracotta di manzoniana memoria.
In definitiva, rispolverando le foscoliane "Ultime lettere di Jacopo Ortis", si potrebbe a ragione dire che "il sacrificio della patria nostra è consumato, tutto è perduto.
Oppure, se preferite tornare un po' più in qui nel tempo, ci vorrebbe il mare per andarci a fondo canterebbe Marco Masini descrivendo l'attuale momento storico del Pescara.
Insomma, mala tempora currunt: si salvi chi può!
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