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Le prime Notti Magiche - Il Delfino Rampante racconta....

Nel giorno dell'addio a Totò Schillaci torna la rubrica apprezzatissima di PS24

18.09.2024 16:05

Puntuale, riecco il Delfino Rampante con la sua esclusiva rubrica per PescaraSport24. LE vicende biancazzurre raccontate in un modo originale ed interessante, assai apprezzato dai nostri utenti. Buona lettura!

19 maggio 1984. La FIFA assegna i Mondiali 1990 al Belpaese che, con 16 voti contro 4, batte la concorrenza dell'Unione Sovietica: 46 anni dopo l'ultima volta - correva l'anno 1934 - la rassegna pallonara più prestigiosa del Pianeta torna a calcare il suolo della nostra penisola. Nascono, così, i Mondiali di Italia 1990. Li vincerà, come tutti ben sapete, la Germania - all'epoca ancora Repubblica Federale Tedesca o più comunemente Germaia Ovest - in finale contro una Argentina furiosa nei confronti dell'arbitro messicano Edgardo Enrique Codesal Méndez per il rigore decisivo concesso ai teutonici dei panzer nerazzurri Brehme, Klinsmann e Matthäus a uno scampolo dai supplementari.

Sono i Mondiali di un inglese sulla panchina irlandese, quel Jacky Charlton che guidò un sorprendente Eire fino ai Quarti di finale; della controversa e per certi versi romantica sfida del vecchio "Delle Alpi" tra Brasile e Argentina valida per gli Ottavi di finale. I Mondiali dei Leoni d'Africa del Camerun guidati dal 38enne Roger Milla.

Ma soprattutto sono i Mondiali di Nannini e Bennato. Che hanno per sempre legato la rassegna italica alla famigerata canzone "Un'estate italiana. Notti Magiche", da allora entrata imperitura nella storia della musica leggera nostrana.

Notti magiche, inseguendo un gol... È quello che stiamo vivendo, finora, dalle parti dell'Adriatico e oltre. Quattro notti... magiche hanno regalato, infatti, ai biancazzurri la vetta della classifica in coabitazione. E se il Pescara, in questo momento, assomiglia agli Azzurri schiacciasassi di Azeglio Vicini - semifinale contro Maradona & Co. esclusa, s'intende - il nostro centravanti un po' a sorpresa non può che essere Andrea Ferraris. Tre gol, capocannoniere ex aequo del girone B di Lega Pro, con le sue marcature ha contribuito in modo decisivo ai 10 punti conquistati dal Delfino nei primi 360 minuti - lunghissimi recuperi esclusi - di campionato: capelli al vento e faccia da bravo ragazzo al pari di quell'attaccante madridista, punta di diamante della nazionale spagnola al mondiale italiano, di nome Emilio di cognome Butrageño: avvoltoio - El Buitre -, di nome e di fatto, l'iberico; avvoltoio, o quasi, l'Andrea dell'Adriatico il cui impatto col pallone, al momento, sembra essere una vera e propria sentenza. Una cassazione.

Il numero, in matematica, serve per esprimere una quantità. Ebbene, sette i gol realizzati dal Delfino in queste prime quattro uscite stagionali, di cui ben sei nel corso del secondo tempo. E di questi ultimi, addirittura quattro durante i dodici minuti finali. Il Pescara non muore mai. Il Pescara lotta. Il Pescara è vivo e vuole correre.

19 giugno 1623. A Clermont-Ferrand, siamo in Francia centro-meridionale, nasce il fisico Blaise Pascal che coniò la celebre frase "Al cuor non si comanda", cercando di spiegare che le questioni di cuore hanno una logica a sé stante completamente diversa da quella razionale. Ebbene, un po' il cuore oltre l'ostacolo che i ragazzi di mister Silvio Baldini stanno gettando in questo primo scorcio di stagione. E che non si può spiegare razionalmente se non facendo un piccolo sforzo di immaginazione e parafrasando proprio le parole del tecnico di Massa-Carrara che parla di sogni, alchimia e, appunto, magìa.

Quella magìa colonna sonora di Italia '90. Quella magìa che, scriveva il poeta brasiliano Paulo Coelho, è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile a quello invisibile. Così come ha fatto, contro la Pianese, Matteo Dagasso: un funambolo che ha fatto impazzire i dirimpettai di Piancastagnaio. Nascondendo palloni e vedendo l'invisibile e oltre quando gli avversari riuscivano a vedere solo un poco più avanti dei loro occhi. Insomma, come trasformare le cose difficili e, a volte, impossibili in semplici e formali. Riccio e un po' biondo, contro i toscani pareva quel Renè Van de Kerkof che, con quell'Olanda del calcio totale, rischiò di dare un immenso dispiacere alla Germania padrona di casa nei Mondiali del 1974. Un'arancia meccanica biancazzurra molto simile alla stessa arancia meccanica Nazionale del Paese dei tulipani.

E dire che la partita contro la Pianese si era messa subito male. Anzi malissimo. Pescara sotto 0-1 dopo appena 50 secondi di gioco a causa di un retropassaggio errato di Pellacani (autore, comunque, di una gara maiuscola). Di lì in poi, però, è stato un monologo biancazzurro che, nonostante le occasioni e la supremazia, si è concretizzato solo nel secondo tempo: pareggio in apertura del solito e richiamato Ferraris e autogol provvidenziale al 93' sugli sviluppi di un calcio d'angolo.

Il calcio toglie, il calcio dà: così scrivevamo un po' di tempo fa. Se contro la Società per l'Educazione fisica Torres, il fato aveva giocato un brutto scherzo al Pescara, nell'ultimo monday night la fortuna ha girato dalla parte dei biancazzurri.
Perché, scriveva Virgilio, "audentes fortuna iuvat" o, se preferite, il destino favorisce chi osa. E i biancazzurri hanno osato. Eccome se hanno osato: dove e, anche più, delle aquile ricordando un celebre film bellico anglosassone del 1968 con Richard Burton e Clint Eastwood.

Il mondo in una giostra di colori e il vento che accarezza le bandiere. Arriva un brivido e ti trascina via e sciogli in un abbraccio la follia. Godiamoci il sogno a tratti un po' folle - in accezione positiva, ovviamente - di mister Baldini. D'altronde, solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero. Parola di Albert Einstein.

E allora.... viviamola così quest'avventura!

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