Editoriale

Tempus fugit, Delphinus manet

18.09.2012 10:10

bandiera


“Tempus fugit”, il tempo fugge. Com’è lontano il 20 Maggio 2012 quando in quel di Marassi, al cospetto della Sampdoria, si celebrò trionfalmente il ritorno aritmetico in Serie A dopo 20 anni. 16 Settembre 2012, sono trascorsi appena quattro mesi ma sembra un’eternità. Stesso avversario ma campo invertito e categoria superiore: non è più il Delfino dominatore che regala spettacolo e vittorie, è un esemplare che annaspa nel Mare Magnum della Serie A.

L’avvio del torneo in casa Pescara è stato da incubo: 3 sconfitte su 3 gare, 3 reti subite a partita ed appena 2 all’attivo ed un’infamante 0 in graduatoria. I numeri sono impietosi, così come è impietoso il paragone, peraltro ingiusto, con il Pescara che fu appena qualche mese fa. Non è giusto vivere di ricordi e non è giusto riferirsi sempre al passato, un passato da custodire gelosamente nello scrigno incantato della memoria ma che paradossalmente deve essere rimosso per non rendere ancor più arduo un presente costituito da una strada che si fa inevitabilmente in salita. Le gesta degli antichi eroi, una sorta di personaggi omerici che sembrano ormai così lontani, accrescono il rimpianto di quello che sarebbe potuto essere ed invece non è. Verratti che viene eletto Principe di Parigi, Insigne che regala gioie a Prandelli e magie a Mazzarri, Immobile e Sansovini che non sembrano voler placare la propria fame di gol, rendono ancor più piccoli i loro eredi in casacca biancazzurra.

“Tempus fugit”, il tempo fugge. Il momento in casa Pescara è durissimo. Alla ricerca di una precisa identità tattica tra esperimenti falliti (vedi Balzano esterno alto) e cambi di modulo improduttivi e con un salto di categoria ancora da metabolizzare nel condottiero e nei suoi uomini (Zanon è il paradigma delle difficoltà, non solo della difesa ma di tutta la squadra), Stroppa è chiamato a dirimere una matassa intricatissima. Serve la scossa immediata, la Serie A non aspetta e perdere ulteriore terreno significherebbe complicare ancor di più il presente e compromettere il futuro. La situazione attuale è figlia di numerosi padri, o meglio ‘patrigni’, ampiamente messi sotto la lente d’ingrandimento nelle scorse settimane, dalla composizione cronologicamente errata della rosa ad alcune scelte nella composizione della stessa. E’ giusto dare ancora fiducia a tecnico, squadra e società, ma la concessione di credito non può essere procrastinata all’infinito a pena di compromettere tutto il progetto.

“Tempus fugit, Delphinus manet”. Il tempo fugge, il Delfino rimane. E rimarrà nei tifosi sempre, nei momenti belli quanto in quelli brutti ed il recente passato, quando l’esemplare attuale è rinato dalle proprie ceneri (leggasi: fallimento) come l’Araba Fenice, ne è la più fulgida testimonianza. Per uscire dal momento difficile c’è bisogno dell’unità d’intenti di tutto l’ambiente. “Tempus Fugit, Delphinus manet”, si diceva. Non si può più perdere tempo, è l’ora della riscossa affinchè l’aforisma non diventi “Tempus fugit, Serie A etiam” (il tempo passa, la Serie A anche)…

Commenti

Le priorità di Stroppa: lavorare su testa, fisico ed identità tattica
Tre iniezioni di fiducia ed il risultato come medicina