Stagione numero 36 col Delfino per Gigi Gramenzi: "E' la mia vita"
L'intervista
Martedì scorso il Pescara ha festeggiato il suo compleanno numero 87 e più di un terzo di questi quasi nove decenni di storia ha avuto come colonna portante Gigi Gramenzi, il segretario generale del club che ha iniziato la sua stagione numero 36 alle dipendenze del Delfino. “Il tempo è volato dal mio ingresso il 23 giugno 1988”, racconta con il sorriso, “Il Pescara era in serie A, era quello di Junior, Edmar e Tita per intenderci, e per me era un vero sogno lavorare per la squadra che seguivo da tifoso in Curva Nord fino a poco prima. Allora il direttore generale era Franco Manni e il segretario generale era Leontino Canale, un punto di riferimento per me non solo a livello professionale ma anche umano. E' stato un maestro nel lavoro e un secondo padre per me, che avevo perso il mio a 19 anni”. In questi anni Gramenzi è stato testimone di stagioni straordinarie ma anche di annate buie. “Di momenti belli ce ne sono stati tantissimi, ma come accade nella vita anche nel calcio si esauriscono presto. I momenti brutti sono quelli che ti restano addosso e ti lasciano le cicatrici. Il peggiore, forse, è stato nel 2000 quando siamo retrocessi in C dopo tanti anni di B. E per me che ero entrato col Pescara in A fu un duro colpo ritrovarmi in un campionato che non conoscevo e per di più è venuto anche a mancare in quel frangente anche Canale. C'è stato poi il periodo tra il 2008 e il 2009 con il fallimento, difficilissimo e non c'è bisogno di spiegare il motivo. E non posso dimenticare la morte di Piermario Morosini, che ha lasciato in tutti una sensazione di impotenza davanti ad una tragedia così grande che ancora adesso mette i brividi”, le sue parole. “Il ricordo più bello è la promozione del 1992, avevo 27 anni e me la sono goduta davvero. Era il Pescara del commendator Scibilia, che mi aveva preso nel club trasmettendomi la sua grande cultura del lavoro. Anche lui era una sorta di secondo padre, abbiamo avuto un rapporto speciale come ce l'ho anche con Sebastiani, sebbene sia diverso. Con Daniele non ho il timore reverenziale e la soggezione che avevo con Scibilia, abbiamo la stessa età ed abbiamo frequentato la stessa scuola quindi oltre ad un rapporto professionale c'è anche un legame di amicizia. Ed è una persona di una capacità straordinaria, sta mantenendo vivo il calcio a Pescara e non è poco. Tra i momenti belli non posso dimenticare ad esempio la promozione dalla C alla B con la nuova società, al primo anno dal suo ingresso”. In questi 36 anni sono transitati in biancazzurro centinaia e centinaia di giocatori, alcuni big ed altri sconosciuti, ma tutti hanno trovato in Gramenzi un punto fermo. “Ho sempre avuto un buon rapporto con i calciatori, penso a Pagano, Massara ed Allegri ad esempio che sento ancora oggi per telefono molto spesso. Fino al 2010 più o meno tutti i calciatori venivano in sede a prendere lo stipendio, firmavano il cedolino e ricevevano l'assegno, e con tutti si rideva e scherzava, poi con l'avvento dei bonifici il rapporto umano è venuto un po' a mancare”. Il prossimo obiettivo è festeggiare le Nozze d'Oro col Delfino. “La pensione non è ormai così lontana”, ha detto col sorriso, “è iniziato il conto alla rovescia e ci scherzo spesso con i colleghi. Ma ho l'entusiasmo del primo giorno,pur con l'esperienza e la maturità di un 58enne. Il Pescara per me è tutto. Prima ancora di essere il mio lavoro rappresenta la mia vita sociale. Sono nato a Massa Marittima per un caso, perchè mio padre lavorava là, ma sono pescarese a tutti gli effetti. In questi 35 anni ho avuto qualche possibilità di andare a lavorare fuori, ma ho sempre cercato di tenere duro e restare qui. E ci sono riuscito. Abbiamo nei giorni scorsi completato l'iscrizione al campionato e anche nella compilazione dei documenti c'è sempre il pensiero di tornare in serie B, un campionato che certamente è più consono al Pescara e a Pescara”.
Commenti