La maledizione degli scontri diretti
Problema annoso. Quest'anno 2 ko su 2
Da anni ormai a Pescara c'è una maledizione, quella degli scontri diretti. Problema annoso, che affonda le sue radici in stagioni lontane ma che, soprattutto negli ultimi 3 anni, sta facendo pagare dazio ai colori biancazzurri. Senza voler minimamente paragonare la stagione della retrocessione in C e quella dell'anno scorso con Auteri a quella ottima di questa stagione, dove mister Colombo e i suoi ragazzi stanno facendo cose davvero speciali (specie lontano da casa, con 6 vittorie ed 1 pari - quest'ultimo con 50 minuti in inferiorità numerica- in 7 partite), la vera costante di questo triennio pescarese è l'incapacità di portare acasa gli scontri diretti. In questa stagione 2 ko su 2 partite, con 0 gol fatti e 4 subiti, in sfide oltretutto casalinghe. Se col Crotone la classica partita da 0-0 è stata decisa da un episodio sfortunato (punizione di Chiricò da distanza siderale con deviazione a mettere fuori gioco Plizzari), col Catanzaro - al netto di errori arbitrali, in episodi e in gestione generale del match - la superiorità di una squadra costruita non per vincere ma per dominare è stata lapalissiana in ogni aspetto. La vicenda scontri diretti potrebbe avere anche un pesoa fine campionato, in caso di arrivo appaiato. Ma è presto per parlarne. Adesso resta l'inconfutabile dato che da anni gli scontri diretti sono il vero tallone d'Achille biancazzurro e che nel girone di ritorno si dovrà andare a giocare in entrambi gli scontri diretti in Calabria…
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