La coperta corta
Un pari che ha il sapore di un "brodino per un ammalato"
Parliamoci chiaro: il Pescara ha già un piede e mezzo in C. Siamo solo a cavallo tra febbraio e marzo, ma la situazione è abbondantemente compromessa, figlia di scelte scellerate che si sono susseguite a ripetizione e senza soluzione di continuità. La classifica parla chiaro: la zona playout e quella della salvezza diretta sono parecchio lontane e solo una squadra realmente viva e capace di imporsi, destandosi dal torpore che l'avvinghia, potrebbe non far sembrare l'obiettivo un semplice miraggio. Non siamo ancora all'utopia, perchè la matematica consente di sperare, ma le premesse non sono affatto rosee. Con 13 partite ancora da disputare potrebbe succedere di tutto, è vero, ma serve una media di quasi 2 punti a gara per evitare di cadere nel baratro della C con tutto ciò che la retrocessione comporterebbe. Ma i biancazzurri sono capaci di invertire la tendenza?
Serve una scintilla a far accendere un fuoco vero, non la fiammella che il gol di Busellato tiene viva più a livello aritmetico e di fede che non di concretezza. Il pari strappato in extremis può rappresentare una piccola iniezione di fiducia, nulla più. 3 punti (3 pareggi) nelle ultime 8 gare, unendo l'ultimo scorcio di Breda alle prime due uscite con Grassadonia, sono uno score da (mesta) retrocessione diretta. I problemi della squadra solo sempre quelli, da 3 allenatori a questa parte: una squadra in preda di amnesie difensive, puntualmente punite, e che è incapace quasi totalmente di creare gioco e andare in gol.
Serve coraggio senza perdere equilibrio, serve equilibrio corroborato dal coraggio: è il minimo sindacale per ogni squadra, sembra impossibile per questo Delfino che, anche solo a livello psicologico, in questo momento ha (piccole) sicurezze con la difesa a 5 e non sembra potersi ancora permettere un atteggiamento più spregiudicato con una retroguardia a 4 e un giocatore in più dalla cintola in su. Ma il campionato non aspetta, servono vittorie a ripetizione. E un Pescara spuntato e incapace di produrre gioco non sembra in grado di centrarle. Contro il Frosinone, con la mente libera dopo il ceffone subito da Maggio, si è visto qualcosa in più, grazie anche ai cambi più offensivi. Ma è stato comunque troppo poco. Lasciano perplessi alcune scelte (vedi Capone titolare), ma la squadra è sembrata nel complesso in crescita. Basterà? Il calendario ora regala un mini ciclo di partite ravvicinate dove ci si gioca praticamente tutto. Si parte da Cittadella martedì, contro una squadra non nel suo momento migliore. Serverà un Pescara cinico e concreto. Dal Tombolato parte una nuova rincorsa, serando non ci sia l'ennesima falsa partenza....
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