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Frengo (Antonio Albanese): "Ora Zeman da rivale, per me sarà un derby"

Il celebre attore su La Repubblica

01.05.2017 00:59

Alzi la mano chi non ricorda Frengo, il celebre corrispondente da Foggia di Mai dire Gol. Il personaggio creato da Antonio Albanese era lo zemaniano di ferro che ha continìbuito a creare la fortuna mediatica del tecnico boemo.

L'attore a La Repubblica qualche giorno fa è tornato a parlare di Zeman e del Foggia. L'occasione? La promozione in B dei rossoneri e, stante la retrocessione dalla A dei biancazzurri, la futura sfida tra la nuova e la vecchia Zemanlandia.

Ecco l'intervista pubblicata da La Repubblica:

Antonio Albanese il calcio non lo seguiva granché, "anzi per nulla. Per dirla tutta, stavo al calcio come Polifemo sta allo strabismo. Poi quelli della Gialappa's mi incastrarono per Mai dire gol e mi misi a cercare spunti su questo sport. Un giorno sentii un allenatore che motivava così la sconfitta: 'gli altri hanno fatto un gol più di noi'. Dissi semplicemente: quest'uomo deve essere mio". E quell'uomo era Zdenek "simpatia" Zeman. Nacque così il personaggio di Frengo, il telecronista dj pugliese, che raccontava le partite del Foggia di Zeman con musica, linguaggio immaginifico, ed espressioni memorabili ("l'incaprettamento", "la cumplaner", "ricchie de gaum"). Pur al mixaggio del film A casa , Albanese non si sottrae ai ricordi.

Partiamo dal futuro però. Il Foggia torna in serie B e incontrerà il retrocesso Pescara, allenatore Zeman.
"Sarà un derby gioioso, il mio derby. Se sarò libero quel giorno andrò di sicuro a ritrovare quelle persone strepitose. Zeman, certo, ma anche Giovannino Stroppa che allena il Foggia, un ragazzo che si voleva divertire in campo e fuori, elegante, imprevedibile. Veniva spesso a Mai dire gol a giocare con noi. Quando ho saputo che aveva riportato il Foggia in B ho brindato alla sua salute, e a quella del Foggia, un ambiente dal tifo allegro, pieno di ritmo, di blues, come tutta la Puglia. Per questo mettevo quella musica quando ero Frengo".

Zeman invece è retrocesso.
"Salvarsi non era facile. Ma non dimentichi che la prima partita dopo essere tornato a Pescara l'ha vinta 5-0. E lì ho pensato: Dio esiste".

Da cosa viene questo amore per Zeman?
"Dal suo silenzio poetico, dall'ironia, lui è un altro fratello Marx, un Buster Keaton, fa umorismo tacendo".

Davvero voleva fargli fare il Papa in un suo film?
"Vero, in Tutto tutto niente niente, film in cui ritorna Frengo. In una scena, poi tolta, otteneva un'udienza in Vaticano e il papa volevo fosse Zeman, che aveva appena portato il Pescara in A. Poi però passò alla Roma e mi sembrò di farmi pubblicità alle sue spalle. Spero di rivederlo presto, è una persona eccezionale, una figura di quelle che ne capita una volta al secolo".

Eppure come allenatore ha vinto poco o nulla. O è quello che le piace?
"Avere un palmares scarno aumenta il mito, certo. Ma sono sicuro che se Zdenek anche avesse vinto scudetti e coppe sarebbe stato lo stesso. Il calcio è un gioco e lui l'ha sempre trattato come tale, puntando su moduli di attacco, affrontando l'avversario a viso aperto, con onestà, anche se era inferiore. Io non so se sulle accuse di doping che lanciò avesse ragione o no. So che le avrebbe potute fare solo lui".

Cosa gli dirà quando le accadrà di rivederlo?
"Di passarmi una sigaretta".

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