Giro di boa – Bilanci e prospettive (parte 2)
Seconda e penultima parte per la mini-inchiesta di ForzaPescara.TV tra addetti ai lavori e tifosi circa il recente passato e le aspettative, anche in chiave mercato, inerenti il Delfino con le opinioni dei giornalisti Marco Taglieri, Giovanni Tontodonati e Massimo Lupacchini.
Giro di boa effettuato, quale il bilancio del Pescara?
Marco Taglieri: «Un bilancio direi positivo, ma anche e soprattutto per merito del… campionato. Un campionato senza squadre capace di ammazzarlo. Un torneo che aspetta chi sa inanellare una discreta serie di risultati utili consecutivi. Pescara da 5 in pagella nelle prime 11 giornate, nonostante i torti arbitrali, ma in grado di risalire la china insistendo su un modulo e 11 uomini semi-fissi. Dopo la sosta bisognerà riprendere il cammino con la stessa intensità e la stessa voglia di vincere».
Giovanni Tontodonati: «Nel complesso il bilancio è positivo. Il Pescara è in piena zona play-off, obiettivo minimo della stagione. Manca qualche punto, a causa di una partenza difficile. La squadra ha equilibrio nelle due fasi e in futuro potrà solo migliorare. La forza delle altre pretendenti alla serie A non mi sembra irresistibile, per cui credo che il Pescara potrà giocarsi le sue carte fino in fondo».
Massimo Lupacchini: « Grazie alla splendida seconda parte del girone d’andata, il Pescara ha cancellato la deludente partenza. Ad oggi credo che la classifica sia in linea con le aspettative di piazza e società. Marino ha saputo incassare le critiche, ha lavorato sempre in silenzio e ora sta raccogliendo sul campo. Il cambio di modulo e determinate scelte tecniche per alcuni sono state intuizioni da grande allenatore, per altri si tratta di forzature (infortuni e scadenti condizioni di forma dei vari Cutolo e Mascara). Probabilmente la verità sta a metà tra le due teorie»
Chi è stato il giocatore rivelazione e chi la delusione tra i biancazzurri?
Marco Taglieri: «Belardi è una bella favola, le sue parate valgono punti veri. Zuparic ha confermato di avere stoffa, e qualcosa avevamo visto anche noi in tal senso a Rivisondoli, Maniero ci ha fatto vedere finalmente la sua “bella copia”… ma nessuno mi ha stupito e impressionato come Antonino Ragusa. Mai mi sarei aspettato una tale “furia”: forza nella gambe, velocità, tecnica e cattiveria nel cercare la porta. Attualmente è un giocatore di serie A calato in un torneo di B. Fenomenale. Delusioni? Non “mi aspettavo”, ma “speravo” che Mascara potesse avere ancora qualche colpo del “vero” Mascara. La brillantezza e l’estro dei tempi migliori non ci sono più, si è dovuto riciclare in un altro ruolo con un modo di giocare meno spumeggiante ma più concreto, finendo per trovare poco spazio. Potrei citare altri nomi più “gettonati”, in tal senso, nella piazza adriatica, ma la delusione più grande si chiama a mio giudizio Uros Cosic: un ragazzo che ha cattiveria ed esplosività nella marcatura, ma che al contempo ha dimostrato di essere troppo discontinuo, sia sul piano tecnico che su quello fisico. Peccato».
Giovanni Tontodonati: «La Rivealzione è Zuparic. Non pensavo che riuscisse a giocare a centrocampo con una simile disinvoltura. Invece ha dimostrato di essere versatile, di avere grande intelligenza tattica e piedi discreti. Non male per un difensore! Non indico Brugman perché già l'anno scorso ha mostrato di avere una classe cristallina, ma qualcuno non se ne è accorto... Con Marino è cresciuto molto a livello tattico. Delusione? Vukusic. Pensavo che la promessa del calcio croato potesse giocare in B senza alcun problema. Invece, l'acquisto più costoso della storia del Delfino non si è ambientato (forse è l'unico caso) a Pescara. Resta un corpo estraneo all'interno dello spogliatoio».
Massimo Lupacchini: « Ragusa è sicuramente il giocatore che ha fatto la differenza. Ma la domanda è un’altra, si chiede chi è stato la rivelazione e non credo che Ragusa possa essere considerato tale con oltre 120 presenze tra B e C1 e 23 reti realizzate prima di questa stagione. La rivelazione, dunque, è Brugman, sudamericano di provenienza ma centrocampista dalle spiccate caratteristiche europee. La crescita è costante e credo che i margini siano ancora notevoli. La delusione? Più di una. Mascara in primis, perché non è pensabile che il giocatore nettamente più pagato e con il suo passato metta a segno la miseria di 1 gol con l’ampio minutaggio che Marino gli ha garantito. Subito dietro metto Pelizzoli. In estate la società aveva per le mani Leali ma la piazza spingeva per la conferma del portiere che s’era distinto nella passata stagione. Dimostrazione (ennesima) che il mercato deve farlo la società tappandosi le orecchie.»
Cosa serve nel mercato di Gennaio?
Marco Taglieri: «Se gli 11 titolari, coloro cioè che da qualche tempo a questa parte stanno giocando più spesso, fossero eterni, probabilmente punterei sul risparmio. Ma siccome non potrà essere così, e visto che l’obiettivo “deve” essere quello di tornare in serie A provandoci già da quest’anno, la lista della spesa è ambiziosa: un jolly difensivo, un centrocampista, due esterni di fascia e un esterno d’attacco. Tutto questo, ovviamente, al netto delle conferme. E’ chiaro che le eventuali cessioni cambierebbero i piani (centravanti?). L’acquisto più bello, però, sarebbe trattenere e rispolverare Viviani. Insieme o al posto di Brugman, per aumentare tecnica ed efficacia sulle palle inattive, dettagli che ai fini della vittoria di un campionato possono fare la differenza».
Giovanni Tontodonati: «Un vice- Balzano, un centrocampista (due se parte Viviani) e un attaccante».
Massimo Lupacchini: « Va valutata per bene la condizione di Nielsen. Se il danese è ok il compito della società sul mercato è agevolato. Altrimenti punterei su due centrocampisti. Marino sa che con questo modulo alla lunga si diventa troppo prevedibili e non sempre ci sarà Ragusa ad inventare. Una mediana a tre e non a due come l’attuale offre maggiori garanzie. Dunque sul mercato andrebbero reperiti una mezz’ala di gamba (se Nielsen non offrisse le dovute garanzie) e un centrale, buono per alternarsi o affiancare Brugman. L’attaccante va assolutamente preso. Cacia credo sia la scelta migliore ma è anche quella più costosa. Allargando il discorso mi pongo una domanda: sul mercato la società farebbe bene a guardare allo sviluppo del progetto tecnico (giovani di prospettiva, magari da acquisire) oppure dovrebbe puntare su quei due-tre elementi buoni e cari per la B che in caso di promozione non farebbero al caso? L’esperienza della sfolgorante avventura con Zeman spero abbia lasciato i giusti insegnamenti».
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