Pescara punto e a capo
Una stramba domenica
Un finale al cardiopalma ha mandato agli archivi Pescara-Carrarese sul 2-2 e salvato la panchina di mister Giovanni Bucaro. La sfida dell'Adriatico ha visto 3 gol dal minuto 87 di cui 2 in pieno recupero, con ultima rete di Pierno a scacciare le streghe su un Delfino che era andato già sotto al 2' grazie a Della Latta. Di Merola su rigore sui titoli di coda dei 90 regolamentari e di Finotto nel recupero le reti centrali di un pazzo pareggio. Un pari dovuto ad orgoglio e dignità, almeno nel minimo sindacale del forcing finale, e non alla girandola di moduli proposti con il ritorno alle origini che ha però portato la squadra a ritrovare le certezze che con la difesa a tre, provata troppo poco ma sulla quale si lavorerà, non aveva avuto. Per il calcio d'inizio, Bucaro ha riservato la grande sorpresa del cambio di assetto. Niente più 4-3-3 di stampo prettamente zemaniano, per dare più copertura ed equilibrio nelle intenzioni, mettersi in modo quasi speculare all'avversario e provare ad essere piùsolidi, affidandosi a velocità e ripartenze da innescare coi lanci lunghi. Bucaro aveva scelto un più accorto 3-5-2, con Brosco centrale di difesa scortato da Pellacani e Di Pasquale, i centrali più aggressivi ed idonei a giocare sull'anticipo per accorciare la squadra, e con Tunjov nel cuore del centrocampo con licenza di posizionarsi da trequartista dietro le due punte, i confermati Merola e Cuppone. Brosco a Latina, Carpi e anche Ascoli ha giocato a 3 e non avendo più il passo di un tempo è adatto al ruolo, soprattutto con due braccetti che giocano di anticipo e aggressione e non di posizione e lettura come lui, che può anche lanciare in avanti alla Bonucci. In mediana la cerniera centrale scelta è stata quella composta da Squizzato ed Aloi, che avevano il doppio compito di interdire, garantendo filtro, e di impostare contro il 3-4-2-1 di Calabro. Privo dello squalificato Panico, il giustiziere del Cesena nell'infrasettimanale, il tecnico toscano ha comunque deciso di impostare una partita d'assalto tanto che dopo nemmeno due giri di lancette la squadra ospite è passata in vantaggio. Su cross di Capello, capitan Della Latta nel cuore dell'area di rigore ha potuto staccare di testa e battere così Plizzari, che non è riuscito a respingere la sfera prima che la stessa transitasse oltre la linea di porta. Partenza ad handicap, dunque, per un Pescara che poi ha subito i contraccolpo psicologico dello svantaggio e che ha faticato a trovare le misure e gli spazi con il nuovo assetto. E' stato del solito, generoso ma poco incisivo Cuppone, il primo tentativo biancazzurro con un di pallonetto che è terminato fuori al 12': avendo visto Bleve fuori dai pali, il numero 29 ha provato l'immediato tiro dalla lunga distanza per sorprenderlo ma la mira non è stata precisa. Nel complesso, però, con grande tranquillità e lucidità la Carrarese ha gestito tempi e modo del gioco, sfiorando il raddoppio più volte. Della Latta, poi due volte Finotto e infine Capezzi, che ha trovato sulla sua strada un super intervento del portiere di casa, potevano consegnare agli archivi un parziale a favore ben più rotondo. E il Delfino? Solo nel recupero da calcio piazzato con Tunjov ha impegnato Bleve, ovviamente troppo poco per andare all'intervallo in parità. Mesik per il già ammonito Di Pasquale è stata la scelta di Bucaro nell'intervallo ma la vera novità è stata l'ingresso sugli spalti della tifoseria organizzata biancazzurra che ha continuato nella sua contestazione nei confronti della società di casa in uno stadio che ha fatto registrare il record negativo stagionale con 2.965 spettatori. Poi il graduale ritorno al apssato zemaniano, con due cambi di assetto e la girandola delle sostituzioni. Al 61' Bucaro ha cambiato 3 uomini in una volta (Floriani, Tunjov e Cuppone con Accornero, Cangiano e Pierno) passando al 3-4-3 prima di tornare al 4-3-3 di base con Dagasso per Pellacani al 76' per impostare l'assalto finale. Che è stato volitivo e generoso ed ha portato al rigore trovato da Cangiano, falciato in area da Di Gennaro, e realizzato da Merola al minuto 87, un giro di lancette prima dell'occasionissima sciupata da Accornero che poteva cambiare la storia del match e, forse, della stagione. Poi il pazzo finale, non per cuori deboli, con Finotto che in pieno recupero ha riportato avanti i suoi. Poteva essere il colpo di grazia, ma Pierno di sinistro ha chiuso il match sul 2-2. E salvato così la panchina di Bucaro., grazie a Merola, al tredicesimo gol dell'anno. Il fedelissimo di Sdengo che insieme a Pierno salva il vecchio vice del boemo. Almeno fino a venerdì a Rimini…
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